grillo e conte litigano sul movimento cinque stelle

Stardust

La notte della stelle cadenti è il 10 agosto. Qualcuno scientificamente più aggiornato dice il 12, ma Grillo e Conte le sberle se le sono date tutti i giorni di questa estate in-dimenticabile per il M5S – e credo senza ritorno. In attesa dell’assemblea costituente convocata dall’attuale Presidente per ottobre, ne vedremo delle belle.

Ha rotto il silenzio pure Di Maio e ora la Castellone, figura di rilievo del partito, dice che simbolo, nome e secondo mandato non si toccano. Insomma, possono pure portare via anche l’argenteria all’’Elevato, ma quella terna è il segno del legame con le radici e dunque con il fondatore. Il rischio è che i grilliani, ovvero i grillini doc, si contino prima dell’assemblea e vadano per conto loro. Non so se Conte lo ha già messo nel conto, ma certo quest’ultimo passaggio per prendersi tutto il movimento è impervio.

Cancellata l’ala internettiana, Casaleggio; cancellata l’ala radicale, Di Battista; cancellata l’ala istituzionale, Di Maio (che poi si è cancellato da solo sbagliando i tempi dell’uscita prematura del suo gruppo, ovvero un mese prima della fine prematura di Draghi); ora si tratta di cancellare il Padre, che per quanto eccentrico e ormai più tragicomico che comico, è pur sempre un Padre.

Una visione, forse anche un’allucinazione politica, gliela dobbiamo riconoscere al buon Beppe. I 5 stelle hanno preso il 33 per centro dei voti nel 2018 non per caso. Avevano un’idea del mondo che affascinava una parte degli italiani, dalla legalità alla povertà, dall’ambiente all’iperdemocrazia. Destra e sinistra erano mixati in una cosa oggettivamente nuova dove tutti, davvero tutti, potevano avere accesso al Potere. Bene e male, certo, ma rivoluzionario nel nostro paese.

Il partito di Conte è diverso: è leaderistico, populista, meridionalista. In certi territori, come dicono le varie elezioni amministrative, quasi non esiste più. Forse è davvero giusto che vada per conto suo, con tutta la liturgia simbolica nuova compresa. Le stelle cadenti si portano dei desideri per i cittadini comuni, ma per gli ex citizens grillini rischiano di essere un viaggio nel buio rapido per davvero.

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Claudio Brachino

Giornalista, saggista ed editorialista italiano. Laureato in Lettere, passione per il teatro, ha scritto con De Filippo e Michalkov. Poi 32 anni in Fininvest e Mediaset, dove è stato vicedirettore ed anchor di Studio aperto , 2 volte direttore di Videonews, la fabbrica dei format, direttore di Sport Mediaset e di Radio Montecarlo news. Inoltre, ha diretto per due anni il Settimanale, magazine cartaceo e web sulle Pmi, ha scritto per il Tempo e il Giornale, ora è editorialista del Multimediale di Italpress, opinionista tv per Rai e La7 e direttore editoriale di Good Morning Italy. Da poco ha firmato una collaborazione per lo sport del circuito Netweek.

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