Il lungo rifacimento da 19 miliardi del JFK, spiegato

Il progetto di rinnovamento dell’aeroporto di New York durerà ancora diversi anni, coinvolge terminal, viabilità e collegamenti ferroviari ed è uno dei più grandi interventi infrastrutturali mai avviati negli Stati Uniti

All’aeroporto John F. Kennedy di New York è in corso una delle più grandi operazioni di riqualificazione infrastrutturale degli Stati Uniti. Il piano, da 19 miliardi di dollari, mira a trasformare uno scalo storicamente frammentato in un sistema più integrato, moderno e competitivo a livello globale. JFK oggi gestisce oltre 62 milioni di passeggeri all’anno e rappresenta un nodo economico rilevante per l’area metropolitana: secondo i dati della Port Authority, genera circa 149 mila posti di lavoro, 33 miliardi di dollari in attività economica e 14 miliardi in salari.

Il progetto più rilevante è il nuovo Terminal 1, interamente dedicato ai voli internazionali. Realizzato dalla Port Authority insieme al consorzio New Terminal One, sorgerà su cinque ex aree terminalistiche e avrà 23 gate. L’apertura è prevista per il 2026. La struttura coprirà circa 223.000 metri quadrati e sarà progettata come un unico grande spazio aperto, con tecnologie avanzate per i controlli, aree commerciali di fascia alta, lounge, spazi verdi interni e installazioni artistiche curate da istituzioni newyorkesi. L’obiettivo dichiarato è rendere più fluido il transito dei passeggeri internazionali, oggi distribuiti su terminal costruiti in epoche e con standard molto diversi.

Sul lato nord dell’aeroporto è in costruzione il nuovo Terminal 6, un intervento da 4,2 miliardi di dollari che sostituirà definitivamente i vecchi Terminal 6 e 7. Avrà una superficie di circa 111.000 metri quadrati e 10 nuovi gate. Anche in questo caso il focus è sull’esperienza del passeggero: spazi luminosi, tecnologia integrata, percorsi più chiari e una forte presenza di arte pubblica. Il terminal rientra nella stessa strategia di razionalizzazione che punta a ridurre i colli di bottiglia operativi e a migliorare la capacità complessiva dello scalo.

Parallelamente proseguono gli interventi sui terminal già esistenti. Il Terminal 4, uno dei più trafficati, è oggetto di un ampio programma di ammodernamento realizzato per fasi per limitare l’impatto sui voli. Gli interventi includono dieci nuove piazzole di sosta per gli aerei, una nuova area per il ritiro bagagli dei voli domestici, il rifacimento delle zone check-in, un miglioramento della segnaletica digitale e l’adeguamento dei gate per accogliere aerei di maggiore capacità. Anche il Terminal 8 è coinvolto, con un investimento da 125 milioni di dollari che punta soprattutto sull’offerta commerciale: oltre 60 nuovi negozi e ristoranti, con particolare attenzione alle imprese locali e alle aziende di proprietà femminile o appartenenti a minoranze, in collaborazione con American Airlines.

Una parte significativa del piano riguarda infine le infrastrutture di accesso. La Port Authority ha destinato circa 3,9 miliardi di dollari alla riorganizzazione della rete stradale interna, ai parcheggi e ai sistemi di trasporto a terra. Sono previsti percorsi più semplici e leggibili per raggiungere i terminal, un nuovo centro per il trasporto terrestre e l’aggiornamento delle infrastrutture elettriche dell’intero aeroporto. L’obiettivo è ridurre i tempi di percorrenza e la congestione, uno dei problemi storici di JFK, rendendo l’aeroporto più funzionale non solo per chi vola, ma anche per chi ci lavora ogni giorno.

Immagine di Francesco Caroli

Francesco Caroli

Francesco Caroli, nato a Taranto, ha iniziato a scrivere di musica e cultura per blog e testate online nel 2017. È autore per le riviste cartacee musicali L'Olifante e SMMAG! e caporedattore per IlNewyorkese. Nel 2023 ha pubblicato il saggio "Il mutamento delle subculture, dai teddy boy alla scena trap" per la casa editrice milanese Meltemi.

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