Negli ultimi giorni alcuni media locali statunitensi hanno riportato la presenza di norovirus nelle acque reflue di Ithaca e Oswego, nello Stato di New York. I titoli suggeriscono un possibile ritorno del cosiddetto “stomach flu”, che lo scorso inverno aveva causato molti casi. I dati però non mostrano, al momento, nulla che indichi un aumento reale dei contagi.
Il monitoraggio delle acque reflue è uno strumento utile per individuare la circolazione di alcuni virus, ma non è progettato per misurare l’incidenza reale delle malattie. Le piattaforme usate per questi report, come WastewaterSCAN, rilevano la presenza di frammenti virali, non il numero di persone effettivamente contagiate. La stessa fonte citata dagli articoli indica che non c’è stato un aumento nelle segnalazioni cliniche o nei ricoveri legati al norovirus.
Il norovirus è tra le principali cause di gastroenterite nel mondo e presenta ciclicità annuale, con picchi fra autunno e primavera. La sua rilevazione nelle acque reflue, in questa fase dell’anno, è un fenomeno prevedibile e non necessariamente indicativo di un’ondata in arrivo. Come avviene per altri virus stagionali — per esempio il rotavirus o gli adenovirus gastrointestinali — la presenza ambientale precede spesso i casi clinici senza tradursi automaticamente in focolai estesi.
Diversi studi degli ultimi anni hanno mostrato che la quantità di materiale genetico rilevato nelle acque reflue può variare per ragioni che non hanno a che fare con la diffusione reale della malattia: condizioni meteorologiche, afflussi straordinari negli impianti di depurazione, variazioni nella popolazione locale, differenze nei metodi di campionamento.
Inoltre, i sistemi di sorveglianza clinica negli Stati Uniti non hanno registrato un aumento di visite ambulatoriali o accessi al pronto soccorso per gastroenterite, che rappresenterebbero un indicatore più affidabile di una possibile “ripresa” del virus.
Le malattie gastrointestinali virali sono comuni in inverno e le raccomandazioni sanitarie restano le stesse: attenzione all’igiene delle mani, cottura adeguata degli alimenti e isolamento breve in caso di sintomi.
La presenza del virus nelle acque reflue suggerisce un’attività di fondo, ma non è un’allerta: finora non ci sono elementi che giustifichino preoccupazioni particolari.




