Lo chef italiano che ha rapinato tre banche in un giorno a San Francisco

Un cuoco molto conosciuto nella ristorazione californiana, con una lunga storia di problemi economici e personali, è tornato al centro delle cronache per tre rapine compiute nello stesso pomeriggio: non era la prima volta

Valentino Luchin, 62 anni, oggi si trova in una cella del carcere di San Bruno, una piccola città nella Bay Area, con l’accusa di aver rapinato tre banche nel giro di pochi minuti in pieno centro a San Francisco. Per molti che lo conoscevano nella zona non è stata solo una notizia di cronaca, ma il ritorno inatteso di una persona che per anni era rimasta ai margini dopo una carriera nella ristorazione piena di riconoscimenti, tensioni e tentativi di ripartire. E per la polizia non è neanche un nome nuovo: nel 2018 Luchin era già stato arrestato per una rapina analoga a Orinda, poco distante.

L’episodio di sette anni fa, ricostruito anche dal New York Times, aveva mostrato un uomo agitato che si era presentato allo sportello con una pistola ad aria compressa, ottenendo circa 18mila dollari prima di fuggire su una Mercedes nera del 1997. Fu individuato e fermato in giornata. Dopo una condanna per rapina di secondo grado e sei mesi in un carcere di contea, Luchin era tornato in cucina, nel tentativo di rimettere insieme la sua vita professionale.

Prima dei problemi con la giustizia, il suo nome era circolato a lungo nei ristoranti italiani della West Coast. Nato a Este, in provincia di Padova, aveva iniziato a lavorare a 15 anni e si era poi spostato negli Stati Uniti all’inizio degli anni Novanta. Dopo il periodo al Becco di New York e alcuni impieghi tra Seattle e gli hotel di lusso in Florida e alle Hawaii, nel 2007 era arrivato a guidare la cucina del Rose Pistola, storico locale di San Francisco specializzato in piatti liguri. Era considerato uno chef competente e meticoloso, ma anche difficile nei rapporti: ex colleghi hanno parlato di un temperamento complesso e di problemi nella gestione dei costi.

L’occasione di un ristorante proprio arrivò nel 2010, quando l’imprenditore Kenneth Maraccini investì nel progetto Ottavio, aperto a Walnut Creek. Il locale, piccolo e molto concentrato sulla produzione propria, venne accolto con favore dalla critica locale, diventando un punto di riferimento per la pasta fresca e per alcune preparazioni meno comuni nella ristorazione italiana della zona. La presenza di Luchin in sala, con il suo accento marcato e il ruolo di figura centrale del ristorante, contribuiva alla fidelizzazione della clientela.

Valentino Luchin

Nel tempo però Ottavio accumulò debiti e contenziosi. Un fornitore fece causa per mancati pagamenti, due ex dipendenti ottennero risarcimenti per stipendi e mance non corrisposti e la licenza per gli alcolici fu sequestrata da un curatore fallimentare per essere rivenduta, nel tentativo di recuperare parte delle somme dovute. Nel 2013 Luchin e la moglie avevano già rilevato il ristorante impegnandosi a rimborsare Maraccini per una somma di circa 100mila dollari, ma dopo il fallimento del 2015 la situazione economica peggiorò rapidamente: redditi considerati bassi per l’area, mancati pagamenti ai creditori e la successiva chiusura del locale.

Dopo Ottavio, la parabola professionale di Luchin continuò con alcune assunzioni brevi: un tentativo fallito di ottenere un posto come sous-chef da un ristoratore vicino, un periodo al Doppio Zero di San Francisco – dove, ha raccontato uno dei proprietari, «volevamo dargli una possibilità» – e un incarico più recente all’Old Clam House, senza che il suo precedente penale venisse menzionato nelle presentazioni pubbliche. Nel 2019 aveva presentato istanza di fallimento personale sotto il Chapter 7, con debiti per oltre 100mila dollari e pendenze su stipendi non versati.

Le rapine del 10 settembre 2025 sono arrivate dopo un periodo particolarmente instabile. Di recente Luchin aveva raccontato di aver tentato di trasferirsi a Maui per un lavoro poi sfumato, di aver avuto due incidenti motociclistici e di essersi sottoposto a un percorso di riabilitazione per problemi di dipendenze. Nei documenti relativi al divorzio, presentato l’anno scorso, aveva dichiarato di guadagnare meno di 40mila dollari e di non poter sostenere gli alimenti, mentre l’ex moglie aveva chiesto un ordine restrittivo per comportamenti verbalmente aggressivi.

Secondo le trascrizioni, il modus operandi è stato pressoché uguale in tutte e tre le banche del centro di San Francisco: l’uomo avrebbe consegnato a diversi dipendenti un biglietto con scritto «Questa è una rapina», nascondendosi dietro una mascherina nera. La prima rapina è avvenuta intorno a mezzogiorno, alla CTBC Bank nel quartiere di Chinatown. La seconda, subito dopo, alla BMO Bank. Infine, una filiale della Bank of America. Qui, un cassiere lo avrebbe riconosciuto in quanto lo chef aveva recentemente provato ad incassare un assegno senza successo. La polizia lo ha poi rintracciato in un ostello poco distante. Luchin deve ora rispondere di due accuse di rapina di secondo grado e due tentativi di rapina della stessa categoria, con cauzione fissata a 200mila dollari.

In carcere è conosciuto come “lo chef”, un soprannome che gli è stato dato dai dieci detenuti con cui condivide la propria cella. In una telefonata al New York Times ha detto di essere «molto stressato», aggiungendo che «quando hai un crollo non ragioni bene». Ha anche raccontato di passare il tempo leggendo e allenandosi, e di avere in mente l’idea di un ristorante che assuma persone con precedenti penali. Intanto restano aperte le conseguenze dei suoi anni nella ristorazione: ex dipendenti con stipendi arretrati riconosciuti dal tribunale, fornitori mai pagati e la famiglia Maraccini, o meglio la vedova dell’ex socio d’affari di Luchin, scomparso nel 2023, ancora in attesa dei rimborsi previsti dalla vendita di Ottavio.

Immagine di Francesco Caroli

Francesco Caroli

Francesco Caroli, nato a Taranto, ha iniziato a scrivere di musica e cultura per blog e testate online nel 2017. È autore per le riviste cartacee musicali L'Olifante e SMMAG! e caporedattore per IlNewyorkese. Nel 2023 ha pubblicato il saggio "Il mutamento delle subculture, dai teddy boy alla scena trap" per la casa editrice milanese Meltemi.

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