Il nuovo grattacielo della JPMorgan Chase, al 270 di Park Avenue, sarà uno dei più alti e tecnologicamente avanzati edifici per uffici di New York. Con i suoi 423 metri e quasi 70 piani, diventerà la sede centrale della banca, accogliendo circa 15.000 dipendenti. Il progetto, realizzato dallo studio londinese Foster + Partners in collaborazione con la Practice for Architecture and Urbanism (PAU) e sviluppato da Tishman Speyer, si distingue per l’obiettivo di essere il primo grattacielo completamente elettrico della città, alimentato interamente da fonti rinnovabili e con emissioni nette pari a zero.
La costruzione del nuovo edificio è iniziata dopo la demolizione della Union Carbide Building, progettata nel 1960 dallo studio Skidmore, Owings & Merrill, considerata per decenni uno dei simboli dell’architettura modernista americana. La demolizione, completata nel 2021, ha suscitato forti critiche da parte di storici dell’arte e architetti, che avrebbero preferito la conservazione o la ristrutturazione del precedente edificio. JPMorgan ha dichiarato che il 97% dei materiali derivati dalla demolizione è stato riutilizzato o riciclato, riducendo al minimo gli sprechi e l’impatto ambientale complessivo.
Il nuovo 270 Park Avenue si sviluppa su una superficie di circa 232.000 metri quadrati e sarà sostenuto da una struttura innovativa con travi a ventaglio e controventature triangolari che permettono all’edificio di elevarsi per 24 metri dal suolo. Questa soluzione, oltre a migliorare la stabilità, libera spazio a livello stradale creando un’area pubblica con spazi verdi e un atrio alto circa 24 metri aperto su Park e Madison Avenue. La facciata è realizzata con pannelli in vetro triplo e metallo color bronzo, dotata di schermature solari automatiche e di un sistema HVAC ad alta efficienza, progettato per minimizzare il consumo energetico. Parte dei rivestimenti e delle componenti metalliche è stata affidata a un’azienda italiana.
L’interno del grattacielo è pensato per combinare comfort, tecnologia e sostenibilità. Tra le dotazioni previste ci sono 19 ristoranti, un centro congressi panoramico, una palestra, servizi di fisioterapia, spazi per madri e neonati, e luoghi di preghiera. I sistemi di automazione includono sensori e tecnologie di intelligenza artificiale per ottimizzare l’efficienza energetica e ridurre i consumi idrici del 40%. Tutto è pensato per creare un ambiente di lavoro flessibile e salubre, capace di adattarsi alle nuove modalità operative post-pandemia.
Il valore complessivo dell’opera è stimato intorno ai 3 miliardi di dollari, con un impatto economico calcolato tra i 2,6 miliardi per la città di New York e 3,6 miliardi per lo Stato. Durante la costruzione, il progetto ha generato circa 8.000 posti di lavoro tra diretti e indiretti.
Il progetto, però, non è privo di controversie. Oltre alle preoccupazioni legate alla perdita dell’edificio storico, molti esperti di sostenibilità hanno sollevato il tema del “carbonio incorporato”, cioè delle emissioni prodotte durante la demolizione e la costruzione, che non vengono contabilizzate nelle stime di emissioni zero dichiarate dalla banca. Secondo alcuni analisti, un intervento di ristrutturazione della Union Carbide Building avrebbe comportato un impatto ambientale inferiore. JPMorgan, tuttavia, sostiene che il nuovo edificio rappresenti un modello per l’edilizia aziendale del futuro, combinando efficienza energetica, innovazione tecnologica e valorizzazione dello spazio urbano nel cuore di Manhattan.