Oggi è venerdì 17, ma il giorno della sfortuna non è lo stesso ovunque

In Italia si teme il 17, negli Stati Uniti il 13: due superstizioni simili che nascono da storie, lingue e religioni diverse, ma che continuano a influenzare anche architettura e abitudini moderne

Oggi è venerdì 17. Se qualcuno ha pensato di rimandare un viaggio, evitare di passare sotto una scala o tenersi lontano dai gatti neri, non è il solo. In Italia, il venerdì 17 resta uno di quei giorni che mettono a disagio anche i meno superstiziosi, sospesi tra razionalità e piccoli rituali scaramantici.

La convinzione che questo giorno porti sfortuna è radicata nella cultura italiana da secoli, ma non è universale. Negli Stati Uniti, per esempio, lo stesso ruolo lo ha il venerdì 13, considerato il giorno più “funesto” del calendario. La differenza nasce da simboli, lingue e tradizioni che nel tempo hanno preso strade diverse.

Nella cultura italiana, l’origine del numero 17 come portatore di sventura risale all’antica Roma. In numeri romani si scrive “XVII”, che anagrammato diventa “VIXI”, un termine latino che significa “ho vissuto” e che, in contesto funerario, veniva interpretato come “sono morto”. Da qui la convinzione che il numero porti male.

A peggiorare le cose c’è il giorno in sé: il venerdì, nella tradizione cristiana, è quello della crocifissione di Gesù, e quindi associato a dolore e lutto. L’unione di questi due elementi — il numero 17 e il giorno della crocifissione — ha reso il venerdì 17 sinonimo di cattivo auspicio.

Nei Paesi anglosassoni, invece, il numero considerato sfortunato è il 13. Le ragioni si intrecciano tra Bibbia e mitologia: all’Ultima Cena erano in tredici, e il tredicesimo era Giuda, il traditore. Nella mitologia norrena, il dio Loki arrivò come tredicesimo ospite a un banchetto e causò la morte di una divinità. Col tempo, queste credenze si sono fuse, rendendo il 13 il numero da evitare per eccellenza.

Il venerdì 13 è stato poi consacrato dalla cultura pop americana, in particolare dal film horror del 1980 “Friday the 13th”, che ha trasformato la superstizione in fenomeno mediatico e commerciale. Da allora, molti tattoo shop negli Stati Uniti propongono sconti speciali proprio in quella data, come gesto scaramantico al contrario.

In Italia, invece, il 17 è rimasto più legato alla superstizione tradizionale. Per decenni scuderie come Ferrari e Alfa Romeo hanno evitato di usare quel numero sulle proprie vetture, e anche le aziende di trasporti tendono a non usarlo per indicare i mezzi o le linee delle proprie flotte. Negli ultimi anni, però, diversi atleti e personaggi pubblici lo hanno invece adottato come portafortuna, scegliendo di ribaltare la credenza popolare.

Nonostante la razionalità e la distanza dal mondo religioso che caratterizzano l’epoca moderna, la superstizione resiste. In molti alberghi italiani manca la stanza numero 17, così come – è tanto assurdo quanto vero – in diversi grattacieli americani il tredicesimo piano non esiste.

In realtà, il tredicesimo piano non è mai stato eliminato fisicamente: semplicemente, non viene indicato. Negli Stati Uniti, soprattutto negli hotel e nei grattacieli costruiti nel Novecento, il numero 13 è stato escluso dalla numerazione ufficiale per motivi scaramantici. Gli ascensori passano direttamente dal dodicesimo al quattordicesimo piano – che è semplicemente il tredicesimo, ma rinominato.

Una pulsantiera più coraggiosa | via Shutterstock

Si tratta di una scelta nata per ragioni pratiche e poi mantenuta nel tempo. Alcuni costruttori notarono che molti inquilini o ospiti evitavano di prenotare camere o uffici contrassegnati dal numero 13, temendo che potessero portare sfortuna. Per non perdere clienti, molte catene alberghiere e società immobiliari decisero quindi di eliminare del tutto la cifra dalla numerazione. È il caso dell’Empire State Building, del Waldorf Astoria e dell’Hilton Chicago, dove l’ascensore salta ancora oggi dal dodicesimo al quattordicesimo piano.

Alcuni edifici moderni hanno invece scelto di reintrodurre il tredicesimo piano, trattandolo come una curiosità o un segno di modernità. Nella Trump Tower di Chicago e nel One World Trade Center, ad esempio, la numerazione procede regolarmente. In altri casi, come nei condomini residenziali di Manhattan, il tredicesimo piano viene indicato come “12A”.

Una pulsantiera con il 12A al posto del 13 | via Shutterstock

E mentre oggi qualcuno farà finta di non crederci, probabilmente un’occhiata all’orologio la darà lo stesso, giusto per essere sicuro che questo venerdì 17 scorra senza imprevisti.

Immagine di Francesco Caroli

Francesco Caroli

Francesco Caroli, nato a Taranto, ha iniziato a scrivere di musica e cultura per blog e testate online nel 2017. È autore per le riviste cartacee musicali L'Olifante e SMMAG! e caporedattore per IlNewyorkese. Nel 2023 ha pubblicato il saggio "Il mutamento delle subculture, dai teddy boy alla scena trap" per la casa editrice milanese Meltemi.

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