Un giorno che fa Storia

Ci sono certi giorni in cui si fa la storia. Questo 13 ottobre passerà alla storia.

Sono trascorsi due anni e poco più da un’altra data che ha fatto la storia: l’attentato sanguinario di Hamas in Israele. Gli ostaggi che sono rimasti in vita sono stati rilasciati, il cerchio si chiude. In questo viaggio sulla circonferenza delle cose che accadono: tanto dolore, sangue, distruzione. Tanto orrore, tanto odio.

Dopo due anni di narrazione visiva e mediatica di sola angoscia, lo storytelling dei segni del racconto globale è mutato. Abbiamo visto il controesodo biblico ed emozionante dei palestinesi in fila che tornavano verso le loro case. Le case erano distrutte, le facce erano felici e insieme allibite, ma era l’alba di una nuova vita (speriamo).

Abbiamo visto la gioia degli ostaggi e dei loro cari. Niente, anche per loro, sarà più come prima, ma sono vivi. Altri non ce l’hanno fatta, e a loro e ai loro familiari va il nostro pensiero. Come abbiamo visto e ci siamo commossi per la gioia dei familiari di chi è sopravvissuto.

Abbiamo riscoperto il valore semplice e potente della gioia per le cose che contano. Per il resto, le singole storie le troverete ovunque: a me interessava, adesso, qui, un primo sguardo epico d’insieme ai giorni in cui, appunto, si fa la storia.

Poi la politica e la diplomazia fanno il loro corso. Israele ha rilasciato i prigionieri; c’è il caso Barghouti, ma ne parleremo quando tratteremo il tema spinoso della futura leadership di Gaza.

Trump oggi si è preso l’applauso del mondo, anche di quelli che continuano a denigrarlo. Ma contano i fatti, e i fatti dicono che l’amministrazione americana e il Presidente hanno contribuito alla costruzione di una nuova fase del Medioriente.

Reggerà o non reggerà, le incognite sono tante: a cominciare da quello che farà la fazione armata di Hamas; e poi le elezioni in Israele, la nuova governance palestinese, il ruolo dei grandi paesi sunniti e dell’Iran. Ma il bicchiere mezzo vuoto oggi lo lasciamo ai nichilisti di professione.

Immagine di Claudio Brachino

Claudio Brachino

Giornalista, saggista ed editorialista italiano. Laureato in Lettere, passione per il teatro, ha scritto con De Filippo e Michalkov. Poi 32 anni in Fininvest e Mediaset, dove è stato vicedirettore ed anchor di Studio aperto, due volte direttore di Videonews, la fabbrica dei format, direttore di Sport Mediaset e di Radio Montecarlo news. Inoltre, ha diretto per due anni il Settimanale, magazine cartaceo e web sulle Pmi, ha scritto per Il Tempo e Il Giornale, ora è editorialista del Multimediale di Italpress, opinionista tv per Rai e La7 e direttore editoriale di Good Morning Italy. Da poco ha firmato una collaborazione per lo sport del circuito Netweek.

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