A New York il sole oggi tramonterà alle 19:01, per l’ultima volta nell’anno. Da domani la luce della sera scivolerà progressivamente più in basso, con il tramonto fissato alle 18:59 già giovedì 18 settembre. È un passaggio quasi impercettibile, ma segna il confine simbolico fra la lunga stagione dei tramonti estivi e l’avvicinarsi dell’autunno, con giornate via via più corte.
Il fenomeno è legato alla progressione naturale delle stagioni: dopo l’equinozio di settembre, che cadrà tra pochi giorni, le ore di buio supereranno quelle di luce fino al solstizio d’inverno, il 21 dicembre. In quell’occasione la città avrà a disposizione soltanto 9 ore e 15 minuti di luce, contro le oltre 15 ore di inizio estate. Oggi, invece, la giornata dura ancora 12 ore e 22 minuti, con l’alba alle 6:38.
Per New York, una città che ha fatto del rapporto con il cielo uno dei suoi simboli — dai ponti panoramici alle terrazze dei grattacieli, senza scordare l’imperdibile Manhattanhenge — questi passaggi stagionali non sono solo dati astronomici. Negli anni, le “golden hour” cittadine sono diventate un appuntamento quotidiano per fotografi, turisti e residenti, che si ritrovano sui rooftop di Manhattan o lungo i moli di Brooklyn per osservare il sole calare dietro la sagoma di Hudson Yards o oltre la Statua della Libertà.
Il tramonto, a New York come in molte altre grandi città, è anche un indicatore culturale e pratico: la sua variazione scandisce i tempi della vita urbana. Nel calendario scolastico, nei palinsesti televisivi o nei turni di lavoro, l’accorciarsi delle giornate contribuisce a dare la misura del cambiamento stagionale. Lo stesso Central Park, che resta aperto fino alle 21 in estate, riduce progressivamente l’orario di chiusura man mano che le giornate si fanno più brevi.