E’ morto a 89 anni Pippo Baudo, il re della tv italiana (di un tempo) il re della Rai (di un tempo) il re dell’entertnmeint ancora non contaminato e poi divorato dai reality, l’uomo che inventò la Conduzione e su questo ci soffermeremo a lungo. Da Canzonissina alle tante edizioni del Festival di Sanremo a Fantastico, l’elenco delle cose fatte dall’ex ragazzo alto che veniva dalla Sicilia, Militello per la precisione, è lungo e lo trovate sugli altri giornali . Qui a noi preme focalizzate cosa è stato Pippo Baudo nella tv italiana e cosa rimane di Pippo Baudo nella tv di oggi. Nella tv di oggi poco, una tv dove non ci sono più i giganti ma solo conduttori medium di un prodotto sempre più vicino al destinatario, anzi dove il destinatario diventa sempre più spesso Il mittente.
Baudo invece era il mittente di una tv pubblica ancora primeggiante, una centralità del messaggio diretto al paese, al netto della cosiddetta lottizzazione dei partiti. Il conduttore oltre ad essere al centro del racconto e della trama era anche il veicolo e il garante unico del messaggio. Era un modo in cui il mittente, per di più tramite l’azienda pubblica Rai, dettava il messaggio a una platea di destinatari vastissima, universale, nazionale, intergenerazionale, non in modo dispotico certo ma persuasivo e distrattivo come può essere l’enterteirnment di Stato per estremizzare un po’ il discorso.
Anche di Costanzo, che però poi divenne il re della seconda serata di Canale 5, si disse la stessa cosa: il conduttore demiurgo, che passa dietro gli ospiti del suo show, li anima e li spegne come un Dio che dà e toglie la vita (televisiva) e che unifica con il suo stesso corpo tutti i segmenti della narrazione.
Invece la parantesi del Pippo nazionale nell’allora Fininvest fu una delusione. Berlusconi fece mercato come nel calcio con un Baudo all’apice della carriera e lo portò nel sabato sera della sua televisione già affermata ma ancora da perfezionare. Si chiamava Festival il programma ma non ci fu nessun festival con l’Auditel e l’esperienza finì in soffitta prima del tempo. Una bella soffitta direi perché Pippo per risolvere il contratto dovette regalare una sua palazzina stupenda con tanto di attico e terrazzo al Cav.
In quella palazzina di viale Aventino, davanti alla FAO, ho avuto il mio ufficio di Direttore di Videonews per dieci anni. Ci ho passato tanti momenti, belli e brutti. Per tutti era la palazzina Baudo. L’ultimo piano il più bello lo prese Mentana per il suo Tg5 e poi per il suo Matrix. Quando Mentana se ne andò o fu fatto andare nel 2009, alcuni miei giornalisti si stabilirono lì. Io non ho mai voluto andarci , sono superstizioso come tutti i campagnoli, ed essendo appunto figlio di contadini, per comandare mi bastava il primo piano.
Ci siamo conosciuti con Pippo e bene, mi parlava con odio di quell’esperienza di cui salvava poco se non il grande Mike, che alla fine fu maltrattato anche lui. Girava una voce, che Costanzo, essendo bassino e non slanciato diciamo così, dicesse che Pippo era troppo alto. Eppure io sono 1,93 cm e con Maurizio ci siamo molto amati. Dunque pura malizia da bar (interni agli studi).
Baudo è’ venuto ospite qua e là anche nei miei programmi in Mediaset, parliamo di anni recenti ormai, ma si capiva e me lo diceva che aveva nostalgia di un mondo che non c’era più, che non c’è più, ne’ fuori ne’ dentro l’amata tv.
Di tutte le cose che ho letto in queste ore, troppe come sempre quando scompare un famous, mi è piaciuto quello che ha detto una delle sue ex più importanti, Katia Ricciarelli: ci rivedremo presto per fare due risate insieme, ancora. Che bello poter ridere ancora, nell’altrove misterioso dove finiremo tutti. Quando le luci della scena e della telecamera della vita saranno spente per sempre. Ti mando un bacio caro Pippo in quell’altrove che hai raggiunto in una sera calda di agosto, di sabato, col sapore del solleone. Quasi quasi una tua scena tv.