Nel corso di un’intervista rilasciata ai microfoni del podcast “Ritratti” de ilNewyorkese, Daniele Cattaneo, fondatore della società Immobiltrade e presidente dell’Associazione Nazionale Sviluppatori Immobiliari (ANSVI), ha raccontato la sua esperienza professionale e la sua visione riguardo una figura, quella dello sviluppatore immobiliare, ancora poco definita nel panorama italiano.
«Lo sviluppatore immobiliare acquisisce immobili, come palazzine, li riqualifica e li rimette sul mercato. Non è né un agente immobiliare né un costruttore, ma lavora con entrambi. È una figura trasversale, che mancava di un riconoscimento formale».
Il percorso professionale di Cattaneo parte da una formazione tecnica: è geometra, anche se non ha mai esercitato come tale. Dopo anni da direttore commerciale in varie aziende, nel 2005 ha aperto una società di ristrutturazioni, scoprendo ben presto il limite di lavorare per conto terzi: «Mi mancava qualcosa. Così, dal 2010, ho iniziato a operare come sviluppatore immobiliare, prima con altri partner, poi fondando Immobiltrade, attiva in Piemonte, Lombardia, Liguria e a breve anche in Emilia-Romagna».
La necessità di dare forma e legittimità a una professione ancora priva di riferimenti normativi ha portato alla nascita di ANSVI, l’associazione che oggi presiede: «Sentivo che mancava una casa per noi sviluppatori. Le associazioni esistenti parlano di appalti pubblici, ponti, strade. Noi ci occupiamo di rigenerazione urbana, non di nuove costruzioni. E in Italia non esiste una scuola che formi sviluppatori. Così, in poco più di un anno, con ANSVI siamo riusciti a ottenere un certificato di professionalità e creare il primo registro nazionale della categoria».
Un passaggio importante per l’associazione è stato il dialogo internazionale, con due missioni a New York tra la fine del 2024 e la metà del 2025: «Gli Stati Uniti sono avanti anni luce rispetto a noi su molti fronti: innovazione, accesso ai finanziamenti, strumenti operativi. Partecipare alla formazione allo Stevens Institute of Technology è stato un arricchimento. Ma è stato anche uno scambio: abbiamo portato la nostra esperienza italiana e avviato contatti con i broker americani per facilitare l’acquisto di immobili in Italia da parte di investitori statunitensi».
Centrale nella visione di Cattaneo è il tema della sostenibilità, che non può essere solo uno slogan: «Bisogna dare concretezza a questa parola. Nel nostro lavoro significa scegliere materiali, progetti e processi che riducano l’impatto ambientale. Non è sempre facile, ci sono ostacoli economici, ma noi puntiamo su edifici poco energivori. Se devo fare un appunto agli Stati Uniti, è proprio sul risparmio energetico: lì si fa ancora poco. In Italia, invece, siamo avanti e cerchiamo di far comprendere il valore delle classi energetiche anche a chi compra da fuori».
Tra i concetti chiave toccati da Cattaneo c’è anche quello della “città ideale”, un modello urbano da costruire su misura delle persone: «La mia città ideale ha edifici sostenibili, aree verdi, trasporti efficienti. Ho visto a Dubai dei sistemi sopraelevati di secondo livello molto interessanti, più rapidi ed economici da realizzare. E poi bisogna pensare a case adatte allo smart working, perché oggi chi compra casa cerca spazi flessibili, dove possa anche lavorare. È cambiata la nostra quotidianità e l’edilizia deve tenerne conto».
Infine, l’intelligenza artificiale. Un alleato, ma non un sostituto: «La usiamo nella progettazione, nella gestione dei cantieri, nell’analisi delle zone. Ci aiuta a capire che tipo di abitazioni servono in una determinata area. Se sbagli target, sbagli operazione immobiliare. Ma resta fondamentale l’intervento umano. L’IA accelera i processi e aumenta la precisione, ma serve sempre una visione dietro».
In chiusura, Cattaneo ha raccontato un progetto attualmente in fase di avvio a Torino, nella zona di Citturin, finanziato tramite equity crowdfunding: «Abbiamo raccolto quasi due milioni di euro. E la sostenibilità è stato uno dei motivi che ha convinto gli investitori a partecipare».