Bill Lynch: “Il Made in Italy è passione, storia e innovazione”

Intervista al presidente della Specialty Food Association, che racconta il ruolo centrale dell’Italia come Paese Partner dell’edizione 2025 e il valore culturale e commerciale dei prodotti italiani negli Stati Uniti

In occasione dell’edizione 2025 del Summer Fancy Food Show, che ha visto l’Italia protagonista come Paese Partner, abbiamo intervistato Bill Lynch, presidente della Specialty Food Association. Con oltre vent’anni di esperienza nel settore, Lynch racconta l’unicità del Made in Italy nel mercato americano, l’evoluzione delle fiere alimentari dopo la pandemia e le nuove tendenze che stanno plasmando il futuro dell’industria.

Quest’anno, l’Italia è il Paese Partner del Summer Fancy Food Show. Che valore aggiunto porta questa collaborazione all’evento nel suo complesso e agli acquirenti internazionali presenti?

L’Italia ha una straordinaria storia culturale, e i prodotti alimentari e le bevande italiane di alta gamma attirano costantemente l’interesse degli acquirenti e della stampa. Il Padiglione, che ospiterà più di 300 espositori e avrà come tema “The Art of Taste”, sarà animato da dimostrazioni di cucina entusiasmanti, degustazioni ed eventi, rafforzando per i consumatori l’esperienza elevata e premium legata ai prodotti alimentari di nicchia.

Come selezionate i Paesi Partner, e perché è stata scelta proprio l’Italia per questa edizione? È stata una scelta strategica o anche simbolica, vista la situazione attuale del settore?

Essere Paese Partner è un’opportunità per i clienti internazionali di rafforzare e valorizzare la propria presenza ai nostri eventi, e di sensibilizzare gli acquirenti sull’importanza e il valore dei prodotti del proprio Paese nel mercato statunitense dei prodotti alimentari di nicchia. L’Italia è stata il nostro primo Paese Partner, e ha ricoperto questo ruolo quattro volte negli ultimi dieci anni. Anche Grecia, Tunisia, Marocco, Giappone e altri hanno colto questa opportunità, e siamo attualmente in trattativa con diversi altri Paesi per le edizioni future.

L’Italia è stata scelta come Paese Partner per entrambe le edizioni del 2025 sia per la rilevanza dei suoi prodotti alimentari di nicchia per i consumatori odierni, sia per il piano articolato con cui intende valorizzare i propri marchi espositori. Universal Marketing e ITA (Agenzia ICE) hanno collaborato efficacemente per costruire un ottimo piano a beneficio degli espositori italiani all’interno del Summer Fancy Food Show.

In oltre vent’anni alla SFA, ha visto l’Italia ricoprire un ruolo centrale nel mondo dei prodotti di nicchia. A suo avviso, cosa rende il Made in Italy così riconoscibile e competitivo sul mercato statunitense?

L’Italia ha una reputazione consolidata per prodotti di alta qualità e una grande varietà di specialità tradizionali, ma è anche un polo d’innovazione, offrendo prodotti plant-based, senza glutine e molto altro.

La pandemia ha cambiato le regole del gioco nell’industria delle fiere. Ora che l’evento è tornato in presenza, cosa ritiene essenziale perché un marchio si distingua al Fancy Food Show?

Ingredienti di qualità, branding, la storia dietro al prodotto e la passione del fondatore aiutano i produttori a emergere agli eventi. Inoltre, il team SFA è costantemente al lavoro per sviluppare nuove opportunità di sponsorizzazione che permettano ai brand di essere visibili agli acquirenti prima, durante e dopo l’evento. Esistono soluzioni per tutte le fasce di budget, pensate per aiutare gli espositori a massimizzare il proprio investimento nella fiera.

Ha un ricordo personale o un aneddoto legato a un prodotto italiano assaggiato in fiera che l’ha particolarmente colpita?

In oltre 20 anni di esperienza ai Fancy Food Show, ho avuto il privilegio di scoprire innumerevoli prodotti straordinari, ma un momento che mi è rimasto particolarmente impresso è stato quando mi è stato offerto il primo assaggio di una forma di formaggio italiano stagionato con cura, presentata con grande orgoglio durante l’evento. Quello che mi ha colpito non è stato solo il sapore, pur eccezionale, ma la profonda tradizione, la maestria e il rispetto che circondavano quel prodotto. Il produttore parlava del processo di stagionatura con tale cura e passione che sembrava più un invito a partecipare a un rituale secolare che un semplice assaggio di formaggio. È stato un potente promemoria che il cibo italiano non riguarda solo gli ingredienti, ma racconta una storia fatta di storia, cultura e connessione umana. Momenti come questo rendono il Fancy Food Show così significativo.

Quali sono i trend alimentari più forti che stanno emergendo quest’anno, e in che modo l’Italia si inserisce o si distingue rispetto a queste tendenze?

Alcune delle tendenze che osserveremo durante il salone includono “Global & Convenient”, rappresentata dalla moltitudine di paste e salse italiane; “Chili Cornucopia”, per i condimenti piccanti come il calabrese; “Special Diets”, evidente nell’innovazione italiana nel plant-based e nel gluten-free; e le “TikTok Trends”, tra cui la crema al pistacchio, molto chiacchierata.

Come immagina il Fancy Food Show tra dieci anni, e quale ruolo avranno in futuro Paesi da sempre forti come l’Italia?

SFA sta già esplorando oggi come potrebbero essere le nostre fiere in futuro, mentre completiamo gli ultimi dettagli del nuovo evento Winter FancyFaire, in programma dall’11 al 13 gennaio a San Diego, California. Il Winter FancyFaire proporrà modelli tradizionali di connessione tra acquirenti e brand, e tra investitori e brand, ma introdurrà anche nuovi spazi per degustazioni, scoperte e networking. Abbiamo ascoltato i partecipanti alle fiere, che desiderano un’esperienza più immersiva e opportunità di scoperta culturale nella città ospitante, e il Winter FancyFaire risponderà a queste esigenze prima a San Diego nel 2026, poi a San Francisco nel 2027.

Il Summer Fancy Food Show, pur restando a New York City, si evolverà anch’esso per servire meglio espositori e partecipanti. In quanto organizzazione no-profit con oltre 4.000 membri in tutto il mondo, SFA ha una prospettiva globale, e crediamo fermamente nell’importanza di mantenere l’identità internazionale dei nostri eventi. Le nostre collaborazioni internazionali, come quelle con Universal Marketing e l’Italia, saranno fondamentali per il futuro delle nostre fiere.

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Francesco Caroli

Francesco Caroli, nato a Taranto, ha iniziato a scrivere di musica e cultura per blog e testate online nel 2017. È autore per le riviste cartacee musicali L'Olifante e SMMAG! e caporedattore per IlNewyorkese. Nel 2023 ha pubblicato il saggio "Il mutamento delle subculture, dai teddy boy alla scena trap" per la casa editrice milanese Meltemi.

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