C’è un ristorante italiano tra i migliori al mondo per l’architettura secondo l’Unesco

Si trova a Orvieto, è stato progettato da uno studio milanese e unisce la cucina locale a un design essenziale e contemporaneo

Un’ex chiesa cinquecentesca trasformata in un ristorante ha riportato l’Italia tra le eccellenze dell’architettura gastronomica mondiale. Il ristorante Coro, nel centro storico di Orvieto, è infatti uno dei sedici locali premiati dal Prix Versailles 2025, il riconoscimento internazionale assegnato ogni anno ai migliori progetti di architettura commerciale. Una selezione che abbraccia quattro continenti e mostra come l’identità culturale di un luogo possa essere reinterpretata attraverso spazi destinati alla convivialità.

Il Prix Versailles è nato nel 2015 per valorizzare l’architettura come componente integrante dell’esperienza pubblica. Non riguarda edifici monumentali o residenze private, ma quegli spazi — ristoranti, negozi, stazioni, aeroporti — in cui ogni giorno passano milioni di persone. Perché la qualità estetica di questi luoghi, se ben progettata, può influenzare positivamente la vita quotidiana. È un premio che mette l’accento sull’impatto culturale del design e sulla sua capacità di generare bellezza accessibile.

In questo contesto si inserisce Coro, che ha convinto la giuria per la sua capacità di intervenire con misura in un edificio dal forte valore storico. Situato all’interno di un oratorio del XVI secolo, parte di Palazzo Petrvs, il ristorante è stato restaurato dall’architetto Giuliano Andrea Dell’Uva con un approccio conservativo: le volte a crociera e gli affreschi sono ancora leggibili, mentre l’arredo contemporaneo disegna un contrasto mai invasivo. È un progetto che interpreta lo spazio sacro come contenitore di nuove forme di rito, questa volta gastronomico.

Il Prix Versailles non si limita a osservare l’estetica: tra i criteri della selezione ci sono anche la sostenibilità ambientale, l’armonia con il paesaggio urbano o naturale e il valore simbolico del luogo. Non è un caso che tra i vincitori ci siano strutture costruite su isole remote, in contesti tropicali o urbani, spesso nate da interventi di recupero. Il risultato è un panorama internazionale eterogeneo che racconta sia il gusto del design attuale che le modalità con cui i ristoranti cercano di diventare luoghi narrativi, capaci di dialogare con il territorio.

L’Italia si conferma allora capace di mettere a frutto il proprio patrimonio storico per costruire esperienze contemporanee. La presenza di Coro nella lista è significativa anche perché segna un ritorno alla centralità dei piccoli centri: mentre la maggior parte degli altri locali premiati si trovano in grandi metropoli o in località turistiche di richiamo, Orvieto rappresenta una scelta controcorrente, dove la qualità architettonica si fa ambasciatrice di una bellezza meno ovvia.

Nel corso degli anni, il Prix Versailles ha premiato centinaia di progetti, diventando uno strumento di osservazione privilegiato sui cambiamenti dell’architettura commerciale. La ristorazione, in particolare, è tra i settori dove più chiaramente si legge il desiderio di superare la distinzione tra forma e funzione. I locali premiati nel 2025 confermano questa tendenza, proponendo ambienti che diventano parte integrante dell’esperienza culinaria e non semplici contenitori di un’offerta gastronomica.

La lista dei sedici ristoranti selezionati quest’anno comprende:

  • Gerbou, Emirati Arabi Uniti
  • Smoked Room (Dubai), Emirati Arabi Uniti
  • Blackswan (Pechino), Cina
  • Ōrtensia (Shanghai), Cina
  • Lobster Club (Palma di Maiorca), Spagna
  • Bouchon Carême (Helsinki), Finlandia
  • Ducasse Baccarat (Parigi), Francia
  • Ladurée Rue Royale (Parigi), Francia
  • Julie’s (Londra), Regno Unito
  • Shell (Nusa Penida), Indonesia
  • Seven Island (Gadeokdo), Corea del Sud
  • Kimyona (Riyadh), Arabia Saudita
  • Another Smith (Tha Sai Luat), Thailandia
  • Beefbar (New York), Stati Uniti
  • Japón (Miami Beach), Stati Uniti
  • Coro (Orvieto), Italia

In autunno, tre di questi progetti riceveranno un ulteriore riconoscimento come migliori al mondo per gli interni o per gli esterni. Nel frattempo, la presenza italiana in questa ristretta lista continua a testimoniare come la capacità di custodire e reinterpretare la memoria dei luoghi sia ancora uno dei nostri punti di forza.

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