Da trent’anni il Met parla anche italiano, grazie ai volontari

Ogni settimana sette guide volontarie raccontano in italiano i capolavori del museo più famoso di New York, tra aneddoti, bambini curiosi e statue greche

Il Metropolitan Museum of Art di New York, una delle istituzioni culturali più importanti al mondo, parla anche italiano. Da oltre trent’anni, grazie all’impegno di guide volontarie, il museo offre tour in lingua italiana alla scoperta dei suoi capolavori più iconici. Questi highlight tour, gratuiti con il biglietto d’ingresso – che per residenti di New York e studenti del TriState è a donazione libera – sono diventati nel tempo un appuntamento regolare, molto apprezzato da turisti e residenti.

L’iniziativa non è recente: i primi tour in lingua italiana furono introdotti nel 1990, inizialmente solo su appuntamento. Tre anni dopo, nel 1993, il Met iniziò a offrirli con cadenza settimanale. Insieme all’italiano, anche il francese, il tedesco, il giapponese e lo spagnolo rientravano allora tra le lingue previste per i tour regolari. Oggi, un gruppo di sette volontari porta avanti questa tradizione due volte alla settimana, il martedì e il venerdì alle 13:15, con partenza dal Patio Vélez Blanco (galleria 534). A partire da settembre dovrebbe poi iniziare un nuovo tour il giovedì, così da portare i tour settimanali in italiano da due a tre.

Negli ultimi mesi, il gruppo ha dato nuova visibilità al progetto grazie alla creazione da parte di Flavia e Francesco di un account Instagram (@Met_Italian_Team), nato poco prima dell’estate scorsa. Ma il merito di avere avviato i tour in italiano va a guide che li conducono da molto tempo: due delle colleghe del team originale, Vanessa e Rosemarie, sono tuttora attive. Completano il team Carmen, Umberto e Maria Eugenia, l’ultima arrivata. A fare la differenza è stato il lavoro di squadra delle attuali guide, che non solo mantengono viva questa iniziativa, ma raccolgono e condividono sistematicamente aneddoti, riflessioni e materiali dopo ogni visita.

La struttura del tour, della durata indicativa di un’ora, permette di scoprire una selezione di opere tra le più significative del Met, che con la sua collezione abbraccia 5.000 anni di storia e comprende arte di ogni cultura e periodo storico. La selezione cambia a ogni visita, rendendo ogni esperienza unica. Si può passare da una statua greca del V secolo a.C. a un dipinto di Tiziano, da un kimono giapponese del periodo Edo a una maschera africana. I tour, spiegano le guide, non vogliono offrire una panoramica completa della collezione, ma stimolare uno sguardo più approfondito e ragionato sulle opere.

Le reazioni del pubblico confermano l’efficacia dell’approccio: molti visitatori esprimono stupore per la ricchezza del contenuto e spesso commentano che “il tour è durato troppo poco”, anche quando supera i sessanta minuti previsti. Per tanti, è l’occasione per sperimentare un modo nuovo di vivere il museo: meno frettoloso, più attento, quasi meditativo. È anche uno spazio di scambio, in cui si incontrano persone da tutto il mondo, si dialoga, si pongono domande.

Non mancano, durante i tour, momenti curiosi e incontri memorabili. I più speciali, secondo le guide, sono quelli con i bambini. Catturare la loro attenzione non è sempre facile, ma quando ci si riesce la soddisfazione è grande. Come nel caso di una bambina di otto anni che, davanti alla biga etrusca decorata con scene della guerra di Troia, ha puntualizzato che il conflitto non era scoppiato per il rapimento di Elena, come aveva proposto Francesco, ma per motivi commerciali. Oppure dei due gemellini colpiti da un autoritratto di Van Gogh su entrambi i lati della tela durante un tour di Carmen, che hanno deciso di cercare su internet se ne esistessero altri simili, e hanno trovato la notizia dell’autoritratto scoperto in Scozia.

Lo scambio più divertente? Quello tra Rosemarie ed un bambino di sei o sette anni che, davanti al ritratto del piccolo Don Manuel di Goya, ha esclamato: “ma assomiglia a me!”. Momenti come questi rendono il lavoro delle guide non solo un servizio culturale, ma anche una pratica viva, empatica, fatta di storie, domande, e piccole rivelazioni.

Per chi volesse partecipare a uno dei tour in italiano, è consigliabile presentarsi con anticipo: i posti sono limitati e non è possibile prenotare. L’appuntamento è davanti al Patio Vélez Blanco, il martedì e il venerdì alle 13:15. È un’occasione preziosa per vedere da vicino alcune delle meraviglie del MET e ascoltarne le storie nella propria lingua.

Picture of Francesco Caroli

Francesco Caroli

Francesco Caroli, nato a Taranto, ha iniziato a scrivere di musica e cultura per blog e testate online nel 2017. È autore per le riviste cartacee musicali L'Olifante e SMMAG! e caporedattore per IlNewyorkese. Nel 2023 ha pubblicato il saggio "Il mutamento delle subculture, dai teddy boy alla scena trap" per la casa editrice milanese Meltemi.

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