Sono partiti i dazi americani su acciaio e alluminio

La tariffa è del 25 per cento e verrà applicata a tutti i partner commerciali americani: l'Unione Europea ha già annunciato ritorsioni economiche

La nuova ondata di dazi imposta dagli Stati Uniti sull’acciaio e sull’alluminio ha riaperto una stagione di tensioni commerciali con l’Unione Europea, che sembrava chiusa da tempo. La misura, varata dall’amministrazione Trump e in vigore da mercoledì, ha portato a un’immediata reazione da parte di Bruxelles: una serie di tariffe su prodotti americani per un valore complessivo di 26 miliardi di dollari. Il rischio di una nuova guerra commerciale, che coinvolga non solo le due sponde dell’Atlantico ma anche altri paesi partner, è tornato al centro delle preoccupazioni internazionali.

Trump ha deciso di alzare al 25 per cento le tariffe su acciaio e alluminio importati, senza escludere nessuno dei grandi fornitori globali. A differenza del passato, i dazi si estendono anche a una vasta gamma di prodotti che contengono i due materiali, dai mobili ai condizionatori. Una scelta che interrompe la politica di esenzioni adottata nel primo mandato, quando alcuni paesi – come l’Australia, il Canada e il Messico – avevano ottenuto deroghe parziali o la sospensione delle misure. «Vogliamo proteggere i lavoratori americani», ha detto Trump, difendendo la nuova linea.

I dati diffusi dal Dipartimento al Commercio spiegano l’importanza di questa partita: solo lo scorso anno gli Stati Uniti hanno importato 31 miliardi di euro di ferro e acciaio e 27 miliardi di alluminio. Le filiere industriali americane dipendono in modo significativo da queste forniture estere, che arrivano soprattutto dal Canada, dal Messico e dall’Unione Europea. È anche per questo che l’annuncio dei dazi ha avuto immediate ripercussioni sulle borse internazionali: gli investitori temono un impatto sull’economia globale e sull’andamento dei mercati.

L’Unione Europea ha risposto con una strategia già vista in passato, introducendo dazi su alcune esportazioni simboliche degli Stati Uniti, scelte sia per il loro valore economico sia per l’impatto politico: le moto Harley-Davidson, il bourbon whiskey, i jeans americani. La prima parte delle misure scatterà il 1° aprile, mentre la seconda – che comprende anche prodotti industriali e agricoli – è prevista per metà aprile, dopo l’approvazione dei singoli governi. Bruxelles ha chiarito che rimane aperta alla trattativa, ma che non intende rinunciare a difendere le regole del commercio internazionale.

Nel frattempo, il clima tra Stati Uniti e Canada è rimasto teso. Martedì Trump aveva minacciato di alzare i dazi verso Ottawa fino al 50 per cento, provocando la reazione del governatore dell’Ontario Doug Ford, che aveva ipotizzato una tassa del 25 per cento sull’energia venduta alle città americane. Entrambe le parti hanno poi ritrattato, parlando di un tentativo di evitare una «escalation nella guerra commerciale». Ma la volatilità degli annunci e la rapidità con cui vengono smentiti hanno aumentato l’incertezza. Da giorni le principali borse mondiali registrano cali continui, e le prospettive di stabilità appaiono ancora lontane.

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