Tra sapori autentici e storie di famiglia, il padiglione Italia si distingue ancora una volta come protagonista al Fancy Food Show 2025 di Las Vegas, portando il meglio della tradizione gastronomica italiana sulla scena internazionale. Siamo qui anche per raccontare l’incredibile storia di chi fa grande l’Italia nel mondo, attraverso un’intervista esclusiva ad Alberto Auricchio, ambasciatore dell’eccellenza casearia italiana e leader dell’omonima azienda, per scoprire i segreti di una realtà familiare che, da nord a sud, porta sulle tavole di tutto il mondo il meglio dei formaggi italiani.
Può raccontarci di più sulla vostra azienda e sulla sua storia?
Io voglio sempre fare una premessa importante: l’azienda l’ha fatta grande il nonno e mio padre. L’anno prossimo facciamo 150 anni di storia, un traguardo importante. Siamo ancora, e lo dico ai consumatori, un’azienda tutta familiare e tutta italiana, 100% Italia.
L’azienda nasce al Sud ma ora avete una presenza distribuita in tutta Italia. Com’è avvenuta questa evoluzione?
Assolutamente, io stesso ho sangue mezzo napoletano e tifoso del Napoli, che ora è primo in classifica! Detto questo, oggi l’azienda ha nove stabilimenti in Italia. Questo magari non tutti i consumatori lo sanno, ma negli anni ci siamo estesi a tutti i grandi formaggi italiani: parmigiano reggiano, pecorino locatelli, gorgonzola, taleggio, asiago e provolone, per citarne alcuni. Produciamo tutto direttamente dal latte, secondo le nostre ricette, per garantire un gusto unico.
Non è il suo primo Fancy Food. In tanti anni, com’è cambiata la presenza dell’Italia in questo evento e la percezione del made in Italy negli Stati Uniti?
Il Fancy Food è cresciuto moltissimo, specialmente questa Winter Edition, che frequento da circa vent’anni. Prima era più piccolo, oggi è una fiera quasi al livello di quella di New York, molto importante per la West Coast. L’Italia continua ad avere un’attrazione grandissima non solo negli Stati Uniti, ma anche in Sud America, Australia e nel mondo. Le aziende italiane stanno facendo qualcosa di diverso, puntando sull’eccellenza e raccontando storie legate ai prodotti, che è ciò che i consumatori di oggi cercano.
Qual è la forza di un’impresa familiare come la vostra, agli occhi degli americani?
La nostra storia lunga 150 anni è un punto di forza. Abbiamo sempre cercato di mantenere le tradizioni – ricette e metodi produttivi storici – adattandoci però ai trend di mercato. Oggi i consumatori vogliono prodotti che siano gratificanti sia sensorialmente che per il senso di appartenenza. Comprano da un’azienda familiare, non da una multinazionale.
L’Italia è stata recentemente candidata come bene intangibile UNESCO per il food. Cosa ne pensa?
Siamo molto contenti di questo riconoscimento, ne abbiamo parlato anche col Ministro. Era incredibile che Paesi come Francia e Turchia fossero già riconosciuti e non l’Italia. Il fatto che il nostro Paese sia partner ufficiale del Fancy Food, sia Winter che Summer, è un ottimo obiettivo.
È vero che avrebbe voluto fare il medico?
No, quello era mio fratello maggiore! Lui voleva fare il medico, ma si è innamorato del nostro lavoro. Seguendo la produzione nei caseifici, ha abbandonato l’idea del camice bianco per dedicarsi al formaggio.
Quali sono le prospettive future della vostra azienda?
Dodici anni fa abbiamo fatto un passo importante acquistando il nostro distributore americano. Questo ci ha permesso di avere una presenza diretta negli Stati Uniti, facilitando il rapporto con buyer e broker. Stiamo anche sviluppando nuovi prodotti come formaggi di capra, bufala e mucca freschissimi, che stiamo cercando di portare anche in America nonostante la breve durata di conservazione.
Ci rivedremo all’edizione estiva del Fancy Food a New York?
Certamente! E magari vi porto i nostri formaggi da assaggiare direttamente allo studio.
Un sentito ringraziamento all’Italian Trade Agency, alla Specialty Food Association e a Universal Marketing per averci ospitato in questo prestigioso evento.