Leaving New York, la dedica d’amore dei R.E.M. alla Grande Mela

Sono tanti gli artisti e le band che hanno cantato New York, a volte come un inno alle possibilità che una metropoli come questa offre, altre in un’ottica molto più emotiva. Quest’ultimo è sicuramente il caso di Leaving New York dei R.E.M., il brano della storica rock band statunitense originaria di Athens, in Georgia. Sebbene ormai scioltisi dopo una carriera lunga più di trent’anni – la fondazione del gruppo risale al 1980 -, il lascito dei R.E.M. è oggettivamente immenso, tanto da essere inseriti nel 2007 nella Rock and Roll Hall of Fame. Ai R.E.M. si deve anche la definizione di “alternative rock” come sottogenere.

Leaving New York, dicevamo, è inclusa nel disco del 2004 Around the Sun, disco che, a conti fatti, ebbe più successo all’estero che in America, aggiudicandosi due dischi di platino in Italia, uno in Europa, uno in Svizzera ed in Danimarca e conquistando altri cinque dischi d’oro. Around the Sun, va detto, aveva una forte connotazione politica: il brano Final Straw, solo uno tra i brani più politicizzati del disco, venne pubblicato in anteprima nel 2003 in free-download come colonna sonora alle proteste per il coinvolgimento degli Stati Uniti in Iraq. E un po’ di attualità la si ritrova anche in Leaving New York, nonostante la canzone in sé sia priva di contenuto politico esplicito.

Michael Stipe, il cantante dei R.E.M., disse in un’intervista di aver scritto il brano durante un viaggio in aereo, guardando New York dall’alto e rimanendone folgorato. Il brano è effettivamente una dichiarazione d’amore alla città, considerata da Stipe come una seconda patria. Storicamente, appare difficile separare Leaving New York dal contesto dell’11 settembre 2001, ed il brano potrebbe effettivamente essere letto come una sorta di risposta alla tragedia, considerando anche la presenza di Stipe a New York durante l’evento terroristico ed il fatto che si tratta del primo singolo della band dopo gli eventi di quell’anno – il disco precedente, Reveal, fu pubblicato pochi mesi prima dell’11 settembre. Peter Buck, in un’altra intervista, confermò quanto potesse essere difficile, di quei tempi, ascoltare una canzone che avesse “New York” nel titolo senza tornare con la mente all’attentato terroristico.

La canzone, più generalmente, tratta il tema della partenza e del distacco da qualcosa o qualcuno, in questo caso identificato come New York, ma il significato va oltre il semplice cambiamento: è una riflessione sulla transizione e sul senso di perdita che spesso accompagna i momenti di cambiamento nella vita di una persona.

It’s easier to leave than to be left behind
Leaving was never my proud
Leaving New York, never easy
I saw the light fading out

Sebbene l’interpretazione di Leaving New York legata ai fatti dell’11 settembre sia più una speculazione giornalistica che il reale significato impresso dall’autore, Michael Stipe ha voluto rassicurare i fan, sostenendo che nessuna interpretazione del brano è sbagliata ed accogliendo con piacere qualsiasi diversa lettura del testo. Perché, in fondo, la musica è anche di chi la ascolta.

Francesco Caroli

Francesco Caroli

Francesco Caroli, nato a Taranto, è laureato in Scienze Politiche, Relazioni Internazionali e Studi Europei all'Università degli studi di Bari Aldo Moro. Ha iniziato a scrivere di musica e cultura per blog e testate online nel 2017. Appassionato di musica e grande fruitore di rap, attualmente collabora come project manager per l'etichetta discografica DIGA Records ed è autore per le riviste cartacee musicali L'Olifante e SMMAG! Nel 2023 ha pubblicato il saggio "Il mutamento delle subculture, dai teddy boy alla scena trap" per la casa editrice milanese Meltemi.

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