Ma Trump rischia davvero la galera?

Donald Trump si appresta ad entrare nel vivo del suo processo, con l’avvio fissato alle 9.30 di questa mattina, 22 aprile.

Ventiquattro delle trentaquattro accuse che l’ex Presidente Donald Trump affronta in una corte di Manhattan riguardano la falsificazione di documenti aziendali legati ad un pagamento per zittire l’ex pornostar Stormy Daniels su una relazione passata tra i due. Tutte le accuse sono considerate delitti di Classe E, la categoria di reati più bassa nello stato di New York, e comporterebbero una pena massima di quattro anni di prigione.

Il giudice che presiede il processo di Trump, Juan M. Merchan, ha chiarito che prende sul serio i reati finanziari e potrebbe condannare Trump alla reclusione. Tuttavia, anche in caso di condanna, nulla obbliga davvero il giudice Merchan a imprigionare Trump, che è nuovamente il presunto candidato repubblicano alla presidenza. Potrebbe infatti optare per infliggergli la libertà vigilata.

Inoltre, se Trump fosse condannato, senza dubbio farebbe appello: potrebbe prima portare il caso davanti alla Divisione d’Appello di Manhattan e, infine, cercare una revisione presso la massima corte dello stato, la Corte d’Appello ad Albany. Un processo che potrebbe richiedere mesi o anche più tempo.

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Francesco Caroli

Francesco Caroli, nato a Taranto, è laureato in Scienze Politiche, Relazioni Internazionali e Studi Europei all'Università degli studi di Bari Aldo Moro. Ha iniziato a scrivere di musica e cultura per blog e testate online nel 2017. Appassionato di musica e grande fruitore di rap, attualmente collabora come project manager per l'etichetta discografica DIGA Records ed è autore per le riviste cartacee musicali L'Olifante e SMMAG! Nel 2023 ha pubblicato il saggio "Il mutamento delle subculture, dai teddy boy alla scena trap" per la casa editrice milanese Meltemi.

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