Il dibattito americano per cambiare il termine “overdose” in “avvelenamento”

La morte di Ryan Bagwell, un diciannovenne di Mission, Texas, è stata classificata come “overdose” da Fentanyl. Tuttavia, sua madre, Sandra Bagwell, insiste sul fatto che si tratti di una parola sbagliata da utilizzare in questo contesto. Ryan, in una notte dell’aprile 2022, ha ingerito una pillola di Percocet, un antidolorifico venduto sotto prescrizione negli Stati Uniti ma che lui ed un amico avevano acquistato in una farmacia messicana poco oltre il confine. La mattina seguente, sua madre lo ha trovato senza vita nella sua stanza.

Un laboratorio federale ha stabilito che nessuna delle pillole di quel flacone acquistato oltre frontiera risultava positivo al Percocet, ma tutte le pillole presentavano invece quantità letali di Fentanyl, un potente oppiaceo sintetico che da diversi anni causa un aumento significativo delle morti legate alla droga in tutto il paese e venduto come sostituto dell’eroina. Così, secondo Sandra Bagwell, Ryan è invece morto di avvelenamento.

Effettivamente, con milioni di pillole contaminate dal Fentanyl che invadono gli Stati Uniti travestendosi da farmaci comuni, sono molte le famiglie delle vittime colpite, e molte di queste spingono per un cambiamento nel linguaggio utilizzato per descrivere questi decessi. La richiesta ai leader della sanità pubblica, ai pubblici ministeri e ai politici è quella di utilizzare il termine “avvelenamento” invece di “overdose”. Secondo loro, “overdose” suggerisce che le vittime fossero dipendenti e responsabili delle proprie morti, mentre “avvelenamento” indica che sono state, appunto, solo vittime.

“Se dico a qualcuno che mio figlio è morto per overdose, assumono che fosse un tossicodipendente, un drogato” ha spiegato Stefanie Turner, co-fondatrice di Texas Against Fentanyl, un’organizzazione no-profit che ha pressato con successo il governatore Greg Abbott affinché autorizzasse campagne di sensibilizzazione a livello statale sull'”avvelenamento” da Fentanyl. Nel settembre dello scorso anno, il Texas ha infatti cominciato a richiedere che i certificati di morte riportassero le cause di “avvelenamento” o “intossicazione” invece di “overdose” se il Fentanyl era la causa principale. Inoltre, anche in Tennessee, Ohio e Illinois sono state introdotte proposte di legge analoghe.

Tuttavia, mentre per alcuni il termine “avvelenamento” offre un’arma contro lo stigma, altri ritengono che sia problematico. Il padre di un ragazzo defunto racconta che il figlio avrebbe sviluppato la dipendenza da oppiacei dopo la prescrizione di un antidolorifico e, una volta sospesa la prescrizione dal medico, dovette rivolgersi al mercato dell’eroina, finendo poi per assumere una pillola contaminata da Fentanyl credendo di aver acquistato Xanax.

Così, mentre il dibattito sul linguaggio infuria, la questione rimane: quale termine neutrale potrebbe meglio descrivere le morti dovute alla droga? Gli esperti del settore hanno opinioni divergenti. Alcuni preferiscono “overdose”, perché è radicato nella raccolta dei dati. Altri utilizzano “overdose accidentale” per sottolineare l’assenza di intenzione. Tuttavia, alcuni esperti di medicina della dipendenza notano che, dato che la maggior parte dell’offerta di droga per strada è ora adulterata, “avvelenamento” è il termine più diretto ed accurato.

Come dir si voglia, la verità cruda è che in America il Fentanyl sta mietendo vittime, indipendentemente dal nome che vogliamo dare di caso in caso.

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