Shutdown Usa evitato in extremis: Biden ha firmato una legge provvisoria

Qui Nuova York, vi parla Davide Ippolito, contro ogni aspettativa e grazie ad un intervento dell’ultimo minuto, il governo degli Stati Uniti ha evitato lo shutdown, ovvero la chiusura parziale delle attività del governo federale.

Poco prima della scadenza prevista per la mezzanotte del 30 settembre, il presidente Joe Biden ha firmato una legge provvisoria, sorprendendo molti osservatori e mezzi di informazione.

Grazie a questa mossa, il governo potrà continuare a operare senza interruzioni almeno fino a metà novembre, dopodiché la questione potrebbe tornare sul tavolo. Durante uno shutdown, le attività non considerate essenziali dalla Casa Bianca vengono interrotte, mentre i lavoratori essenziali continuano a lavorare senza percepire stipendio fino alla risoluzione del problema.

Il rischio di uno shutdown era diventato sempre più concreto nei mesi precedenti, dato l’impasse nel Congresso sulla definizione delle 12 leggi destinate a finanziare l’anno fiscale dal 1° ottobre 2023 al 30 settembre 2024. Infatti, negli Stati Uniti, è compito del Congresso approvare tali leggi e dello speaker della Camera coordinare e trovare un accordo.

Il Repubblicano Kevin McCarthy, speaker della Camera, ha trascorso settimane nel tentativo di mediare tra le fazioni e prevenire la chiusura del governo. La sua strategia ha culminato nella proposta di una “continuing resolution”, un provvedimento d’emergenza che garantirebbe il finanziamento del governo per altri 45 giorni. Nonostante l’opposizione dell’ala conservatrice del suo partito, McCarthy è riuscito a raggiungere un accordo escludendo gli aiuti all’Ucraina, desiderati dai Democratici. Tale proposta ha ottenuto l’approvazione sia alla Camera sia al Senato, non senza sollevare proteste tra i Repubblicani più conservatori.

Questi ultimi avevano avvertito McCarthy delle possibili ripercussioni nel caso avesse proposto una “continuing resolution”. Le minacce sono divenute reali nemmeno 48 ore dopo: lo Speaker è stato destituito con una mozione di sfiducia della destra radicale, un provvedimento senza precedenti nella storia statunitense.

Questo episodio riflette le sfide crescenti della politica americana, in cui la cooperazione e il compromesso sono sempre più difficili da raggiungere. Tuttavia, la capacità di evitare uno shutdown, anche se temporaneamente, ha fornito una certa rassicurazione ai cittadini e agli osservatori internazionali sulla stabilità del sistema politico degli Stati Uniti. Resta da vedere se questo spirito di collaborazione potrà essere mantenuto o se le divisioni diventeranno ancora più profonde nei prossimi mesi.

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Davide Ippolito

Davide Ippolito, nato a Napoli, vive a New York. è un esperto di Reputazione, editore e autore per Amazon Prime Video. Fondatore de ilNewyorkese e Reputation Review e Direttore scientifico dell’Italian American Reputation Lab, offre consulenza per organizzazioni come NIAF , Confindustria e Federmanager. È opinionista per La7 sulle tematiche che gravitano attorno alla Reputazione e agli Stati Uniti. Nel 2023 è uscito il libro “Against Stereotypes. The real Reputation of Italian American” e ha pubblicato 4 libri sulla Reputazione e due saggi distribuiti da Mondadori. Ha svolto incarichi di docenza per l’Università di Roma La Sapienza, Emory University di Atlanta e società di formazione manageriale.

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