Il Billie Jean King National Tennis Center a Flushing Meadows, nel Queens, ha registrato numeri da record durante l’edizione di quest’anno degli US Open, ma l’affluenza senza precedenti ha portato con sé una serie di disagi per gli spettatori. La crescita dei partecipanti rispetto alle edizioni precedenti del torneo ha trasformato l’evento in un’esperienza difficile per molti, con lunghe code, sovraffollamento lungo i percorsi tra un campo e l’altro e, soprattutto, difficoltà a trovare posti a sedere.
Con una media di circa 31.900 spettatori a sera durante la settimana, le sessioni serali hanno registrato l’affluenza più alta nella storia degli US Open. Si tratta di una media totale di 75.000 spettatori al giorno, rendendoli i cinque giorni più affollati di sempre per il torneo. La partecipazione massiccia è stata ovviamente accolta con entusiasmo dagli organizzatori, ma ha sollevato numerose lamentele da parte dei fan.
Alcuni tifosi hanno riferito di aver dovuto lasciare lo stadio Arthur Ashe per acquistare bevande all’esterno, data l’impossibilità di accedere rapidamente ai punti ristoro interni. Per molti l’affluenza è stata tale da rovinare il piacere di assistere alle partite, vista la difficoltà di muoversi liberamente all’interno del complesso. Ma i problemi sono sorti anche sui campi esterni, tradizionalmente meno frequentati rispetto agli stadi principali. Molti spettatori hanno segnalato la difficoltà di trovare posti a sedere per assistere alle partite di doppio.
Nonostante le critiche, Daniel Zausner, direttore operativo del Billie Jean King National Tennis Center, ha dichiarato che il torneo ha effettivamente ridotto il numero di pass venduti per i terreni negli ultimi anni. Zausner attribuisce l’aumento della partecipazione a un calo dei no show, ovvero di coloro che acquistano i biglietti ma poi non si presentano. Un spiegazione che non sembra convincere tutti.