ROYAL FLUSH – Dentro lo scandalo scommesse che ha travolto la NBA

Tutto quello che c’è da sapere sull’inchiesta federale che ha travolto la NBA tra scommesse, poker truccato e Cosa Nostra

New York, 24 ottobre 2025. Due fronti, un’unica trama: denaro, informazioni riservate e partite “aggiustate” ai tavoli di poker. In 48 ore l’FBI e la Procura federale di Brooklyn hanno reso pubbliche due inchieste parallele che toccano la NBA: da un lato un presunto cartello di scommesse illegali, alimentato da insider info su giocatori e rotazioni; dall’altro un circuito di poker clandestino truccato con tecnologia avanzata e protetto da famiglie della mafia italo-americana. Tra gli arrestati figurano Chauncey Billups (coach dei Portland Trail Blazers), Terry Rozier (Miami Heat) e l’ex giocatore e allenatore Damon Jones.

Le imputazioni principali: frode telematica e riciclaggio, con aggravanti per il gioco d’azzardo illegale e—per alcuni imputati—estorsione. L’NBA ha messo Billups e Rozier in aspettativa forzata e ribadito la collaborazione con le autorità.

L’indagine federale è durata quattro anni, condotta congiuntamente dall’FBI e dal Dipartimento di Giustizia, e ha svelato una rete di scommesse illegali e partite di poker truccate che univa, in un groviglio di interessi e corruzione, atleti, ex giocatori, intermediari e membri di Cosa Nostra. Secondo il procuratore Joseph Nocella Jr., il sistema operava in undici Stati americani e muoveva milioni di dollari ogni settimana.


Le “famiglie” Bonanno, Gambino, Lucchese e Genovese avevano diviso il territorio, controllando insieme un network di bookmaker clandestini e sale da gioco private a Manhattan. È un caso eccezionale: raramente, nella storia recente, più organizzazioni mafiose di questo livello hanno collaborato su un singolo affare.

Questo è l’insider trading della NBA”, ha dichiarato il direttore dell’FBI Kash Patel durante la conferenza stampa. “Un intreccio tra sport d’élite e criminalità organizzata che non si vedeva dai tempi d’oro di Cosa Nostra”.

Due filoni d’indagine

1) Le scommesse sugli “eventi micro”

Secondo gli atti, un gruppo di sei persone avrebbe sfruttato informazioni non pubbliche su disponibilità, infortuni e minutaggi per piazzare puntate su prop bet (mercati granulari, più facili da alterare senza toccare l’esito della gara). Le partite “attenzionate” sono sette, tra il 2023 e il 2024, tra cui Lakers–Bucks del 9 febbraio 2023 e Raptors–Clippers del gennaio 2024. In almeno una di queste, Rozier avrebbe informato i suoi complici della sua uscita anticipata dal campo, permettendo vincite per centinaia di migliaia di dollari. I proventi venivano poi riciclati attraverso una rete di conti offshore e criptovalute.

Terry Rozier

Damon Jones è indicato come ponte tra spogliatoi e scommettitori. Jones, amico personale di LeBron James (che secondo la  ricostruzione dell’impianto accusatorio era completamente all’oscuro dei fatti) avrebbe sfruttato il proprio accesso allo spogliatoio dei Lakers per carpire informazioni prima della pubblicazione ufficiale: il 9 febbraio 2023, poche ore prima della gara tra Milwaukee e Los Angeles, avrebbe inviato a un complice un messaggio inequivocabile — “Scommetti forte su Milwaukee” — sapendo che LeBron non avrebbe giocato per un problema alla caviglia.

Damon Jones e LeBron James

2) Il poker “scientifico” di Manhattan e dintorni

In un fascicolo separato, 31 persone—tra cui Billups e Jones—sono accusate di aver truccato partite private di alto profilo (New York, Hamptons, Miami, Las Vegas). Gli inquirenti hanno descritto un sistema degno di un film di Scorsese: tavoli modificati con telecamere nascoste, lenti a contatto capaci di leggere microsegnali sulle carte, e dealer corrotti. Le vittime, spesso imprenditori o ex sportivi, sono state truffate per almeno sette milioni di dollari.

Chauncey Billups

Il procuratore Nocella ha spiegato che “le partite si svolgevano con l’espresso permesso e la supervisione di membri della criminalità organizzata, che incassavano una percentuale sui guadagni e si occupavano del recupero crediti”.

Perché la mafia torna (anche) dove il betting è legale

Dalla sentenza della Corte Suprema del 2018, le scommesse sportive sono legali in 38 giurisdizioni più Washington D.C. e rappresentano un’industria in fortissima espansione. Ma la legalità non ha cancellato il mercato grigio: l’ha spinto verso ciò che il regolato non vede o non può remunerare—le informazioni privilegiate e la manipolazione di prop bet—e verso settori non monitorati come i club privati di poker. È quel margine informativo a fare gola alla criminalità organizzata, che usa la filiera anche per riciclare.

Dal 2018 il mercato legale è esploso — 500 miliardi di dollari di puntate in sei anni — ma, secondo l’FBI, questa espansione ha offerto nuove opportunità di riciclaggio e infiltrazione per i gruppi criminali.

È la punta dell’iceberg”, ha commentato Christopher Raia, capo dell’ufficio FBI di New York.Le famiglie mafiose hanno capito che il confine tra legale e illegale, nel mondo del betting, è diventato più sottile. E si sono infilate in quella zona grigia”.

Cosa contestano gli inquirenti

  • Billups: coinvolgimento nello schema di poker truccato; a suo carico cospirazione per frode telematica e riciclaggio. Non è imputato nel fascicolo “scommesse NBA”.
  • Rozier: uso di informazioni riservate per trarre vantaggi sulle scommesse e orchestrare prop bet; frode telematica e riciclaggio in concorso.
  • Jones: figura in entrambi i filoni come facilitatore e “volto” ai tavoli truccati (face card).

Secondo la Procura dell’Eastern District di New York, i 31 indagati del “filone poker” compariranno in vari tribunali federali; il comunicato ufficiale elenca imputati e capi d’accusa e conferma la presenza di membri e affiliati di clan mafiosi.

Il precedente Donaghy e la normalizzazione del betting

Il caso Tim Donaghy (2007) fu il primo shock sistemico sulla integrità in era moderna della NBA. Donaghy era un arbitro che scommetteva, nel mercato nero, sulle partite NBA, cosa che, quando fu resa pubblica, creò un grosso imbarazzo all’allora commissioner della Lega, il mitico David Stern, che dichiarò che si trattava della “situazione più grave della mia carriera”, consapevole che l’integrità del gioco era in pericolo.

Tim Donaghy e Michael Jordan

Oggi il contesto è diverso: il betting e non solo  legale, ma anche integrato nel prodotto sportivo (sponsorizzazioni, contenuti editoriali, partnership). Lo stesso commissioner Adam Silver teorizzò nel 2014 la via della legalizzazione e regolazione come antidoto al sommerso. Dieci anni dopo, tuttavia, l’industria è esplosa ma con nuovi vettori di rischio (prop bet, insider info a filiera corta).

Impatto immediato sulla Lega

Per la NBA, lo scandalo esploso a pochi giorni dall’apertura della stagione è un colpo devastante. La Lega, impegnata nelle trattative per i nuovi diritti televisivi da 76 miliardi di dollari in 11 anni, si ritrova a difendere la propria credibilità.

In una nota ufficiale, la NBA ha dichiarato di “collaborare pienamente con le autorità federali” e di aver sospeso immediatamente Rozier e Billups. Ma la ferita d’immagine è profonda.
“The love of the game”, il motto con cui la Lega promuove da anni la propria integrità, è oggi messo in discussione.

Shaquille O’Neal, intervistato da ESPN, ha espresso la delusione di molti: “Vergognoso che quei ragazzi abbiano messo a rischio le loro famiglie e la loro carriera. Se guadagni nove milioni di dollari e ti metti a fare certe cose, quanto ti serve ancora? Non tutti i soldi sono buoni soldi”.

Cosa rischiano gli imputati

Le contestazioni federali (conspiracy per wire fraud e money laundering) espongono a pene pesanti in caso di condanna; i capi d’accusa nel filone poker aggiungono l’aggravante del gioco d’azzardo illegale. Alcuni atti pubblici parlano di massimali teorici fino a decine d’anni di carcere. (fonte The Washington Post)

Oltre la NBA: il nodo strutturale

Con il betting legale ormai diffuso nella maggioranza degli Stati e con la migrazione del gioco sullo smartphone (dove la distanza tra informazione e puntata è di pochi secondi), la tentazione di monetizzare il non-pubblico è sistemica. Senza regole nuove, tecnologie di controllo e sanzioni esemplari, continuerà a esserlo.

Nota metodologica – Questo reportage si basa su: atti e comunicati del Dipartimento di Giustizia (EDNY), dispatch di agenzie e quotidiani statunitensi e italiani, e copertura specialistica sul betting. Le accuse sono da considerarsi tali sino a eventuale sentenza definitiva.

Immagine di Guglielmo Timpano

Guglielmo Timpano

Laureato in Scienze Politiche. Giornalista freelance. Conduttore radiofonico. Presentatore televisivo. Appassionato di sport, storia e animali: per combinare tutti questi interessi, il sogno sarebbe seguire un torneo di calcio tra dinosauri.

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