La Classifica della Serie A alla fine dell’anno solare 2024 parla chiaro: 3 squadre si sono staccate dalle altre e hanno dimostrato di essere più forti: Atalanta, Napoli e Inter sono in fuga. Rose più lunghe e complete delle competitor, allenatori più bravi, una consapevolezza di sé che nasce da lontano e che è stata confermata nel Girone d’andata della stagione in corso. Il progetto dell’Atalanta di Gasperini è il più longevo e la vittoria dell’Europa League da parte dei bergamaschi in coda alla scorsa stagione ha rappresentato un volano incredibile per il tecnico e per i suoi ragazzi: ha reso evidente che con quel calcio fatto di uomo contro uomo a tutto campo, fisicità e tecnica al servizio della causa, si può anche vincere, non solo ben figurare. Questa consapevolezza ha trasformato l’Atalanta da una outsider ad una pretendente al titolo, e la classifica sta lì a dimostrarlo. Il mercato ha fatto il resto: la Dea non solo non ha smembrato l’ossatura vincente della scorsa stagione, ma l’ha puntellata con arrivi funzionali che hanno reso la rosa più lunga dando a Gasperini un ventaglio di scelte più ampio rispetto al passato.
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L’Inter di Inzaghi ha vinto e convinto nell’ultima stagione, nel suo percorso ha giocato alla pari col City una Finale di Champions League due stagioni fa e ha mantenuto l’ossatura vincente della scorsa stagione, senza cessioni eccellenti e con l’innesto di giocatori dal mercato, come Zielinski e Taremi, che hanno ulteriormente allungato le rotazioni di una rosa già competitiva. Il management italiano, guidato da Marotta e Ausilio, è una garanzia, che ha fatto superare ai nerazzurri anche gli scossoni del passaggio di Proprietà dall’insolvente Zang al fondo statunitense Oaktree. Il Napoli non poteva essere la versione orribile vista lo scorso anno, lecito pensare che sia piuttosto il prosieguo, sotto la garanzia della guida tecnica di Conte, del Napoli scudettato nella stagione d’oro targata Spalletti. Gran parte dell’ossatura di quel Napoli tricolore, infatti, è ancora all’ombra del Vesuvio, da Lobotka ad Anguissa, passando dai vari Politano, Kvaratskelia, Meret fino al rinato capitano Di Lorenzo: con un Osimen in meno ma unn Lukaku in più davanti, gli azzurri hanno dimostrato di sapersi affidare saggiamente alle indicazioni del tecnico puntellando i reparti con acquisti mirati. In difesa è arrivato Buongiorno, a centrocampo McTominay e in attacco, oltre al gigante belga, un Neres che spesso si è rivelato l’uomo in più uscendo dalla panchina. Il bagno d’umiltà di de Laurentiis, che aveva sbagliato tutte le scelte la scorsa stagione, ha portato i suoi frutti e adesso i partenopei sono pronti a giocarsi fino alla fine le proprie possibilità di tricolore.
