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La prima giornata di Serie A ha mandato in giudicato i primi verdetti e, con essi, le prime indicazioni: hanno vinto entrambe le favorite per il tricolore, l’Inter e il Napoli, dribblando i rischi e le incognite dell’esordio, cosa che non è riuscita al Milan di Allegri che è caduto rovinosamente, in casa, contro la Cremonese di Davide Nicola.
La sconfitta dei rossoneri è sicuramente il risultato più sorprendente dei primi 90 minuti della nostra tanto vituperata Serie A, perché l’altra “big” uscita sconfitta all’esordio, la Lazio, doveva vedersela, in trasferta, con il Como, che non è certo più una sorpresa e che, nel mercato estivo, ha investito circa 100 milioni di euro, mentre i biancocelesti sono rimasti al palo per la nota vicenda dell’indice di liquidità, presentandosi di fatto con la rosa della scorsa stagione.
Tornando al Milan le attenuanti generiche per il passo falso ci sono, dati i tanti infortuni, le cessioni eccellenti e il ritardo nel mercato, che fanno di Milanello un cantiere aperto: il compito di Allegri non sarà facile ma il tecnico ha l’esperienza e la bravura per rimettere i rossoneri in carreggiata.
Lo scorso anno il Napoli di Conte partì con un rovinoso 0-3 in casa del Verona e poi sappiamo tutti com’è andata a finire la stagione.
Quest’anno gli azzurri sono partiti col piede giusto grazie alle reti del solito McTominay e di de Bruyne, il fiore all’occhiello del mercato napoletano e, in generale, di tutto il mercato in entrata della Serie A: un campione assoluto arrivato a 34 anni, quindi con un altro paio di stagioni per poter incidere e determinare e, questo l’augurio di Conte e del popolo napoletano, per contribuire a portare altri trofei in una bacheca che, negli ultimi anni, è stata non solo rispolverata ma riallestita a festa.
Se Conte è una certezza, chi partiva con grosse perplessità era, invece, Chivu: poca esperienza in panchina, una rosa un po’ logora, reduce da un finale di stagione scorsa da dimenticare (zerutituli), l’Inter aveva bisogno di mandare un segnale forte a tutti, forse in primis a se stessa. Ecco allora che la vittoria roboante sul Torino (5-0 nel posticipo di ieri sera) assume una rilevanza ancor più grande dei 3 punti, preziosi, che ha portato in dote ai nerazzurri.
Se Napoli e Inter sono considerate da tutti le squadre che partono in pole position per lo Scudetto, la seconda fila (per rimanere nella metafora automobilistica) è quanto mai affollata: Juve e Milan, ovviamente, per chiudere il cerchio delle “strisciate”, ma anche Atalanta e Roma come outsiders e, perché no, Fiorentina, Lazio e Bologna. Tutte alla ricerca di un posto al sole e, soprattutto, in Europa e tutte con dei valori importanti, parametrati al livello del Campionato. Un tempo si chiamavano le “7 sorelle”, oggi siamo già arrivati a 9, forse più per l’abbassamento della qualità della lega che per un innalzamento della competitività: le chiamerò “le 9 cugine”.
Facciamo allora un bilancio dell’esordio di queste “9 cugine”: 4 vittorie (Napoli, Inter, Juve e Roma), 2 pareggi (Atalanta e Fiorentina) e 3 sconfitte (Milan, Lazio e Bologna). Il Bologna ha perso, in trasferta, contro la Roma, il che attenua la portata della sconfitta, in quanto ottenuta in uno “scontro diretto”. Per lo stesso motivo la portata della vittoria romanista aumenta, perché la Roma era chiamata all’impegno più complicato, sulla carta, rispetto a tutte le altre cugine.
Levando la sfida dell’Olimpico le restanti 7 cugine sono scese in campo in altrettante gare, 3 delle quali le hanno viste uscire vittoriose (Napoli, Inter e Juventus) mentre nelle restanti 4 partite la cugina di turno ha mancato l’appuntamento con i tre punti (Milan, Atalanta, Lazio e Fiorentina).
Questo ci dà due indicazioni importanti. La prima è che le partite di inizio campionato sono tutte particolarmente insidiose per chi parte con i favori del pronostico: le piccole tendono, da sempre, a fare in modo di arrivare più scariche per poter mettere importante fieno in cascina in vista della volata salvezza della fase finale di stagione, mentre le big, che devono alzare i carichi estivi di lavoro per prepararsi a competere su più fronti, spesso arrivano ingolfate. La seconda indicazione è che la classe media della nostra Serie A faticherà ad arrivare in paradiso: visto che il livellamento dei valori è verso il basso è più probabile che le piccole possano insidiare le media, levando loro punti.
Va bene guardare in alto sperando di fare il salto di qualità, ma la cosa più importante è restare con i piedi per terra per evitare di cadere. A volte rovinosamente, come ha fatto il Milan.