A 180 minuti dalla fine della stagione (salvo eventuali spareggi in chiave scudetto o salvezza) cambia completamente la classifica della Serie A rispetto alla vigilia della 36ma giornata di campionato.
L’Inter torna clamorosamente in corsa per lo Scudetto grazie alla vittoria per 2-0 in casa del Torino e, soprattutto, allo scivolone inaspettato del Napoli di Conte che, al Maradona, non va oltre il 2 a 2 contro il Genoa. Era da tempo che il Napoli, che ultimamente aveva trovato una rassicurante solidità difensiva, non perdeva punti in rimonta e la doppia rimonta subita ad opera dei ragazzi di Vieira fa pensare che ci possa essere stato un po’ di “braccino” proprio a pochi passi dal traguardo finale. Adesso Conte dovrà lavorare molto sulla testa dei suoi giocatori per dar loro fiducia in vista delle prossime due partite, a partire dalla trasferta di Parma, consapevole che il destino è ancora pienamente nelle mani della sua squadra ma, come ha sottolineato a fine gara, “adesso i bonus sono finiti”.
Cambia radicalmente lo scenario anche nella lotta Champions: l’Atalanta, grazie alla vittoria di misura sulla Roma, è adesso matematicamente certa di giocare la Coppa europea più prestigiosa anche la prossima stagione, mentre per il quarto posto in palio la Roma è stata superata in un sol colpo sia dalla Juventus che dalla Lazio e, ad oggi, sarebbe qualificata per la Conference League, come sesta in classifica.
La sfida di Bergamo si è conclusa con la coda polemica di Ranieri che, a fine gara, ha tuonato per l’episodio del rigore concesso alla sua squadra e poi revocato al Var sul risultato di 1-1: tra Pasalic e Konè il contatto c’è stato ma è stato ritenuto troppo lieve da Abisso al Var, per questo c’è stato il richiamo all’on field review dell’arbitro Sozza che, riviste le immagini, ha tolto il rigore alla Roma.
La polemica sollevata da Ranieri nel postpartita è stata non nel merito del rigore in sé (“per me che sono della Roma c’è, Gasperini dirà che non è rigore…”) ma nel merito dell’applicazione del protocollo Var: fino a ieri ci hanno detto che un rigore non può essere revocato in caso di “contatto basso” tra giocatori perché l’entità del contatto è una valutazione “di campo” dell’arbitro e non può configurare la fattispecie di “chiaro ed evidente errore”.
Il Var, insomma, avrebbe potuto intervenire se l’arbitro avesse preso un abbaglio e avesse fischiato un rigore per un contatto che, effettivamente, non c’era stato, ma non poteva entrare nel merito di un contatto che, invece, c’era stato e la cui entità era stata valutata sul campo dall’arbitro. La rivendicazione di Ranieri è legittima e ci sono tantissimi episodi in questa stagione che sono andati nella direzione del protocollo stabilito mentre l’episodio di Bergamo “fa giurisprudenza” e cambia l’interpretazione del protocollo: che sia giusto o sbagliato dare il rigore, paradossalmente, diventa tema marginale; il tema reale è piuttosto quanto sia stato corretto cambiare l’interpretazione del protocollo a 3 giornate dalla fine.
Nella lotta salvezza il Venezia ottiene 3 punti di platino, in casa, contro la Fiorentina. A due giornate dalla fine la squadra di Di Francesco sarebbe clamorosamente salva, a +1 su Empoli e Lecce, ma il calendario sorride ancora all’Empoli che potrebbe, negli ultimi 180 minuti, ritornare avanti. Tra le due litiganti spera di godere il Lecce che, però, non ha né il calendario migliore dell’Empoli né il vantaggio, sia pur esiguo, del Venezia e dunque, ad oggi, sembrerebbe essere la squadra messa peggio.