Serie A: il Napoli vince il big match dell’Olimpico e torna primo. Quante polemiche per Var e arbitri!

La squadra di Conte ha affrontato la Roma a specchio vincendo con un gol in contropiede di Neres. Polemiche arbitrali a Roma e a Milano

Il big match tra Roma e Napoli ha offerto una grandissima cornice di pubblico allo Stadio Olimpico, dove i tantissimi tifosi giallorossi (ennesimo soldout) ma anche un settore ospiti gremito hanno dato vita ad uno spettacolo d’alto livello sugli spalti, non replicato da uno spettacolo altrettanto bello in campo.

Roma e Napoli si sono affrontate a specchio, uomo su uomo, e ne è uscita fuori una partita d’altri tempi, in cui a determinare non sono  stati il gioco  e lo  spettacolo ma i duelli individuali, e le giocate dei singoli. Il merito di Conte è stato quello di ridare un’anima e un’identità alla sua squadra, superando le avversità di una marea di infortuni in questo avvio stagione: la squadra, tornata operaia, ha così  affrontato la Roma sul suo stesso campo (gasperiniano), quello del ritmo, dell’aggressività, dei duelli uomo su uomo, finendo per prevalere.

La giocata decisiva è stata quella di David Neres, che con un coast to coast a velocità supersonica ha sfruttato perfettamente un contropiede da manuale mettendo in rete il gol partita con grande freddezza dopo una corsa di 50  metri. La Roma ha protestato per un intervento dubbio a inizio azione di Rahmani su Konè, non fischiato dall’arbitro: come evidenziato da Gasperini a fine partita, la  situazione è controversa ma non si presta ad un’unica interpretazione, perché il difensore del Napoli tocca la palla ma poi travolge il centrocampista della Roma.

In sostanza si è prefigurata una situazione che, per protocollo, ha tagliato fuori l’intervento del Var, perché in questi casi in cui non si prefigura un “chiaro ed evidente errore” dovrebbe far fede sempre la decisione del campo: resta la perplessità, legittima, sulla decisione di campo di Massa, perché  interventi così 9 volte su 10 vengono fischiati, ed effettivamente toccare il pallone, di per sé, non implica non commettere fallo se poi si  frana addosso all’avversario commettendo una imprudenza oggettiva. Nella ripresa Massa non ha fischiato un fallo pressocchè identico a limite dell’area del Napoli su Dybala, che ha portato ad un contropiede non finalizzato dal Napoli: la fortuna dell’arbitro è stata proprio di non veder l’azione della ripresa concretizzata dai partenopei, perché in caso di gol le polemiche sarebbero state triplicate, qualsiasi decisione avesse preso in sede di revisione (o mancata revisione al Var). In generale l’arbitraggio di Massa, passato dal fischiare anche i sospiri (in una gara molto fisica e con tanti contatti) al non fischiare più niente, per poi tronare nel finale a fischiare tutto, è stato gravemente insufficiente, contribuendo a innervosire ulteriormente i giocatori in campo e a levare ritmo ad una gara già spigolosa. E pensare che Massa è tra i direttori di gara più esperti e più quotati…

L’intervento di Rahmani su Konè che ha dato inizio all’azione del gol di Neres

Al netto della prova arbitrale ha vinto la squadra migliore, perché facendo il gioco delle figurine i giocatori del Napoli sono semplicemente più forti, almeno nei ruoli chiave. Ferguson, tanto per fare un esempio, non ha mai visto palla nel primo tempo, non sfruttando la grande occasione da titolare offerta da Gasp. Dall’altra parte Hojlund ha tenuto in apprensione la difesa giallorossa per tutta la partita, facendo reparto da solo. Il primo è in prestito secco, il secondo (arrivato per giunta in fretta e furia in coda al mercato, dopo l’infortunio di Lukaku) è un investimento da 45 milioni complessivi (5 di prestito più 40 di riscatto) e la differenza si è vista tutta.

La sensazione è che il rientro di Lukaku potrà dare a Conte una forza d’urto imponente davanti, formando con Hojlund una coppia (insieme in campo o il alternativa l’un l’altro) con pochi eguali in Italia: mi vengono in mente Lautaro-Thuram dell’Inter, che però  non sono numeri 9  puri come i giocatori del Napoli, e Vlahovic-David nella Juve, che invece sono 9 puri, ed anche forti, anche se a dirlo adesso sembra ironico…

Per la Roma il rientro di Dovbyk non garantisce lo stesso innalzamento della qualità e della forza offensiva, tanto che è un tema molto dibattuto nella capitale la possibilità di andare sul mercato a gennaio per dare a Gasperini quell’attaccante di cui ha fortemente bisogno. Il sogno romanista resta Zirkzee, dato in uscita dallo United, ma il giocatore olandese, che fino a sabato aveva trovato pochissimo spazio a Manchester, è stato schierato domenica titolare in casa del Crystal Palace, giocando 90 minuti e rispondendo con un gol importantissimo che ha propiziato la rimonta con vittoria dei Red Devils…La trattativa, che in Olanda avevano descritto come ben avviata, potrebbe subire un brusco rallentamento, proprio sul più bello.

La classifica della Serie A vede adesso il Napoli e il Milan al comando: la squadra di Allegri ha rinconquistato la vetta battendo in casa la Lazio “di corto muso”, con la coda polemica di un rigore dato ai biancocelesti e poi revocato dopo revisione al Var al quinto ed ultimo minuto di recupero: un rigore che non c’era, perché il fallo  di mano di  Pavlovic non sembra davvero punibile per la dinamica, ma la spiegazione a microfono aperto dell’arbitro Collu, dopo la revisione al monitor, ha lasciato sbalorditi tutti. In sostanza Collu ha spiegato che il braccio di Pavlovic era in posizione non congrua (rivendicando dunque la decisione iniziale di assegnare il rigore) ma precedentemente c’era stato un fallo di Marusic sul milanista, evidenziato dalla revisione, pertanto il rigore è stato revocato. Due errori che si annullano (perché il braccio del Milanista è sembrato a tutti in posizione congrua e nessuno ha visto il fallo del laziale) portando paradossalmente alla decisione “giusta”, ma nel modo  più assurdo e controverso.

L’episodio Pavlovic-Marusic in Milan-Lazio

La sensazione è che, in termini di protocollo e di utilizzo del Var, gli arbitri italiani siano entrati in una profonda crisi, probabilmente acuita dalle indicazioni contraddittorie e controverse date negli ultimi 12 mesi dal designatore Rocchi, sempre meno solido nel suo ruolo, con l’ombra di Orsato alle spalle, in attesa della scadenza del suo mandato, a giugno. Nel frattempo, nei campi di serie A, i disastri dei  fischietti e degli uomini Var continuano ad imperversare.

Immagine di Guglielmo Timpano

Guglielmo Timpano

Laureato in Scienze Politiche. Giornalista freelance. Conduttore radiofonico. Presentatore televisivo. Appassionato di sport, storia e animali: per combinare tutti questi interessi, il sogno sarebbe seguire un torneo di calcio tra dinosauri.

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