Il big match della quinta giornata di Serie A sarà, domenica sera, Milan-Napoli: per i campioni d’Italia in carica, già al comando solitario della classifica dopo per prime quattro gare, si tratterà di u banco di prova fondamentale per rilanciare ulteriormente le proprie ambizioni tricolori.
Si tratta, classifica alla mano, di uno scontro diretto, e non è banale sottolinearlo viste le premesse stagionali in casa Milan, con i rossoneri fuori dalle Coppe dopo la disastrosa stagione scorsa e subito sconfitti in casa, all’esordio di questa stagione, dalla neopromossa Cremonese. Sembrava il preludio ad un’altra stagione disgraziata, invece la squadra di Allegri ha inanellato tre vittorie consecutive che l’hanno rimessa subito in carreggiata, portandola oggi a 9 punti in classifica, 3 meno del Napoli, che è l’unica squadra a punteggio pieno.
In quanto scontro diretto sarà una partita che varrà, letteralmente doppio. In caso di vittoria i rossoneri aggancerebbero al comando il Napoli a quota 12, mentre in caso di sconfitta scivolerebbero a -6 dai partenopei e perderebbero, con ogni probabilità, anche terreno rispetto alle altre inseguitrici, alle prese con un turno, sulla carta, più abbordabile.
A inizio estate, quando Conte sembrava destinato a lasciare la panchina del Napoli, Allegri veniva considerato in pole position per sostituirlo, poi De Laurentiis è riuscito a convincere l’ex tecnico bianconero a non cedere al ritorno di fiamma della Juventus e non se n’è fatto più niente: la sfida di San Siro, in qualche modo, sarà dunque una sorta di derby personale per il tecnico livornese.
A centrocampo potremo goderci la sfida ravvicinata tra due mostri sacri del calcio internazionale che sono venuti a chiudere le rispettive carriere in Serie A e che hanno rappresentato i colpi sicuramente più acclarati del calciomercato estivo: da una parte il quarantenne Modric, che continua a giocare (e a incidere) come un trentenne, dall’altra De Bruyne, più giovane ma con uno storico (soprattutto recente) di infortuni che l’ha condizionato e che ha portato il City a non rinnovargli il contratto in scadenza.
Due giocatori di questo calibro, anche se non nel “prime” della propria carriera, rappresentano un lusso nel contesto del nostro Campionato che ha perso negli anni appeal e valori tecnici, e l’hanno già dimostrato nelle prime uscite stagionali.
Una curiosità: non ci saranno ex, né da una parte né dall’altra. Una situazione quasi inedita per uno scontro al vertice tra due big.
In questo turno di campionato sarà molto interessante anche la sfida tra Juventus e Atalanta: entrambe le società hanno sorpreso molto, in estate, con le scelte dei rispettivi allenatori. Tudor è stato per la Juventus sicuramente una seconda scelta, dato che i bianconeri avevano puntato forte sul ritorno di Conte, poi saltato. Allo stesso modo Juric per l’Atalanta è stata una soluzione di ripiego nel momento in cui la Dea ha avuto la certezza di non riuscire a trattenere Gasperini sulla propria panchina.
Visto che le sliding doors, nel calcio come nella vita, sono infinite, anche Tudor, come nel caso di Allegri col Napoli, stato molto vicino la scorsa estate a sedere sulla panchina della squadra che andrà ad affrontare. Anche in questo caso la mancata “reazione a catena” è partita proprio dalla scelta di Conte di rimanere sulla panchina del Napoli: se Conte avesse detto si alla Juve, infatti, non solo Allegri sarebbe passato in azzurro, ma Tudor sarebbe, con ogni probabilità, diventato l’allenatore dell’Atalanta…