Claudio Ranieri non sarà il Commissario Tecnico dell’Italia. Sembrava tutto fatto, con l’assenso (per quanto non entusiasta) dei Friedkin e la disponibilità della FIGC ad accettare un CT a mezzo servizio, già impegnato, da dirigente, nel rilancio della Roma.
Lo stesso tecnico aveva, in un primo momento, aperto alla prospettiva di tornare (per la seconda volta dopo il ritiro annunciato un anno fa) in panchina, per salvare il movimento calcistico italiano dallo spettro del terzo mondiale di fila da spettatore, salvo prendersi del tempo per valutare bene la situazione.
Durante quel tempo, legittimamente chiesto da Ranieri, per il si definitivo, la FIGC aveva già provveduto a stipulare il contratto che avrebbe legato Ranieri all’Italia, con il lasciapassare per continuare a gestire da dirigente le vicende romaniste, ma nella mattinata di ieri è arrivata la risposta definitiva: Ranieri non se l’è sentita di derogare alla promessa fatta al popolo romanista di essere in prima linea nel rilancio del club, che manca la qualificazione alla Champions League dal 2018/19. L’impegno con Nazionale avrebbe portato via energie e tempo e il suo comprensibile e legittimo no, insindacabile e definitivo, ha suscitato entusiasmo tra i tifosi giallorossi della capitale ma allo stesso tempo preoccupazione e sconcerto in Federazione. Gravina, infatti, aveva puntato tutto sul tecnico romano, e adesso dovrà trovare in fretta un’ alternativa, perché il benservito a Spalletti è stato dato prima di trovare un sostituto.
La confusione è tanta e sembra che adesso, per il rilancio degli azzurri, la Federazione voglia puntare su uno degli eroi del 2006, con Gattuso in pole rispetto Cannavaro e De Rossi: una linea verde che sarebbe in antitesi con la storia del nostro sistema calcio (e con la storia stessa del nostro paese) ma che forse, in questo momento, rappresenterebbe un pericoloso azzardo: i giovani tecnici hanno bisogno di tempo per strutturare un progetto e portarlo avanti, qui sii tratta di conquistare nei prossimi messi il pass per un Mondiale che si disputerà, in America, ad un anno da oggi…
Ora come ora il Sogno Americano sembra davvero una chimera.