È arrivato il giorno della verità: al MetLife Stadium di East Rutherford andrà in scena nel primo pomeriggio americano, le prima serata europea, la finalissima del primo Mondiale per Club nel nuovo formato a 32 squadre. Di fronte, il Chelsea di Enzo Maresca e il Paris Saint-Germain di Luis Enrique, due squadre protagoniste di una stagione straordinaria. La vigilia è stata segnata dalle parole di Gianni Infantino, dalle critiche per il caldo e dalle riflessioni di allenatori e capitani. A dirigere il match sarà l’esperto arbitro Alireza Faghani.
Infantino: “Un successo storico per il calcio”
Nella conferenza stampa alla vigilia della finale, il Presidente della FIFA Gianni Infantino ha tracciato un bilancio entusiasta del primo Mondiale per Club a 32 squadre.
“È stato un enorme, enorme, enorme successo. È iniziata l’era d’oro del calcio”, ha detto il numero uno del calcio mondiale, sottolineando anche l’elevato seguito sugli spalti: “Dicevano che la gente non sarebbe venuta, e invece abbiamo avuto una media di 40.000 spettatori a partita”.
A dire il vero il tema degli spettatori allo stadio, e della loro effettiva (e spontanea) partecipazione all’evento, nel corso della competizione è piuttosto controverso, come documentato da ilNewyorkese e SMIT in questo articolo del 7 luglio 2025.
Infantino ha fatto anche leva sul fatturato del Mondiale per tessere le lodi dell’organizzazione: “Abbiamo generato 2,1 miliardi di dollari di entrate, il 90% dei quali sono andati al mondo del calcio, non solo ai club partecipanti. Nessun altro torneo per club si avvicina a questi risultati”.
Non sono mancate le risposte del numero uno della FIFA alle critiche sul format e sulle squadre importanti escluse: “Mi sarebbe piaciuto avere Liverpool, Napoli, Milan, Arsenal, ma ci sono criteri precisi di qualificazione. Se non sono qui è perché non si sono qualificati”.
Infine, un accenno al futuro e alle condizioni climatiche: “Il calcio deve rispettare i calciatori e prevedere un calendario più razionale. E sì, fa troppo caldo: per il Mondiale del prossimo anno negli USA ci saranno stadi chiusi, per evitare questo problema”.
Fernandez: “Caldo insopportabile, è pericoloso giocare così”
A proposito di caldo, il centrocampista del Chelsea e campione del mondo Enzo Fernández non ha nascosto la sua preoccupazione per le condizioni climatiche attese per la Finale, in programma alle 15 ora locale. “Giocare a quest’ora è molto pericoloso, l’altro giorno contro il Fluminense mi sono sentito frastornato, ho dovuto sedermi per terra. Il caldo è incredibile”.
Il rischio, secondo l’argentino, è che anche la qualità dello spettacolo ne risenta: “Chi viene allo stadio e chi guarda la partita da casa non vede lo stesso ritmo. Tutto rallenta. Spero che si cambi orario nelle prossime edizioni”.
Luis Enrique: “Abbiamo 11 stelle, ma il Chelsea merita rispetto”
Con quattro titoli già in bacheca quest’anno – Ligue 1, Coppa di Francia, Supercoppa di Francia e Champions League – il PSG arriva alla Finale con la voglia di chiudere un’annata perfetta. Ma Luis Enrique, nella conferenza stampa della vigilia, ha predicato cautela:
“Non sarà una formalità. Il Chelsea ha una grande rosa e Maresca sta facendo un ottimo lavoro. Li rispetto molto”.
L’allenatore spagnolo ha rimarcato la filosofia collettiva che ha permesso al club parigino di brillare anche dopo l’addio delle grandi stelle: “Abbiamo undici stelle. Anzi, tredici, quattordici, quindici. La nostra forza è la squadra. Prima o poi perderemo, ma la strada è chiara: vogliamo che i tifosi si identifichino nel gruppo”.
A fargli eco è stato il capitano Marquinhos:
“È un’occasione d’oro. Questo Mondiale per Club si gioca ogni quattro anni e non sappiamo dove saremo nel prossimo”.
Maresca: “Il PSG è il punto di riferimento, ma vogliamo vincere”
Dall’altra parte, Enzo Maresca ha condotto il Chelsea a una stagione di rilancio con il quarto posto in Premier e la vittoria in Conference League. Ora il grande sogno:
“Il PSG è probabilmente la miglior squadra d’Europa e del mondo. Ma prepareremo la partita come tutte le altre. Siamo qui per dare il massimo”.
Il tecnico italiano ha poi sottolineato il valore della crescita dei Blues: “Un anno fa nessuno parlava di noi. Ora siamo qui, pronti per giocarci una finale mondiale. Questa è la soddisfazione più grande”.
Faghani arbitra la finale: un ritorno sul grande palcoscenico
A dirigere la finalissima sarà Alireza Faghani, arbitro classe ’78, nato in Iran ma trasferitosi nel 2019 in Australia. Faghani aveva già arbitrato la finale del Mondiale per Club nel 2015, vinta proprio da Luis Enrique alla guida del Barcellona contro il River Plate.
Con un passato anche da calciatore, Faghani è uno dei fischietti più stimati da Pierluigi Collina, che ne apprezza la personalità e la capacità di dialogo in campo. Per lui si tratta di una rivincita dopo la mancata designazione alla Finale dei Mondiali 2022. Oggi chiuderà un torneo che aveva aperto con il match inaugurale tra Inter Miami e Al Ahly. Anche Marquinhos lo conosce bene: fu lui ad arbitrare la finale olimpica di Rio 2016, vinta dal Brasile.
Da sottolineare anche la portata “politica” della designazione: dopo il recente attacco degli USA all’Iran la designazione di un arbitro iraniano per la Finale del Mondiale per Club, che si giocherà alle porte di New York, nel cuore pulsante ed economico statunitense, ha una valenza da non trascurare. Che lo sport, il calcio in questo caso, possa anche essere un veicolo di messaggi politici, culturali e sociali non è una novità: come scritto l’11 luglio su queste pagine, d’altronde, in tribuna per la finale al MetLife Stadium per la Finale ci sarà niente meno che il Presidente americano Donald Trump.