La prima edizione della nuova Supercoppa Italiana, giocata in Arabia Saudita con format rivisto a 4 squadre, va in archivio con la sorprendente vittoria del Milan in uno spettacolare derby contro i rivali dell’Inter: il 3-2 in rimonta dei rossoneri rappresenta un bellissimo biglietto da visita per il calcio nostrano esportato per l’occasione a Riad. Ma non è tutto oro quello che luccica.
In effetti di oro ne è entrato parecchio nelle casse dei club partecipanti e della Lega Calcio Serie A: l’aspetto economico è sicuramente una delle note positive della manifestazione evento, organizzata dal ricchissimo Fondo sovrano arabo Pif. Entrando nel dettaglio, la portata economica dell’evento è stata di 25 milioni di euro così suddivisi: 2 milioni rispettivamente a Juventus e Atalanta, le semifinaliste sconfitte, 5 milioni alla finalista sconfitta Inter e 8 milioni al Milan che ha alzato la Coppa, a cui vanno aggiunti 8 milioni circa entrati direttamente nelle casse della Lega Calcio Serie A.
Tanti soldi, per ripagare il “disturbo” di una trasferta orientale di pochi giorni. In campo lo spettacolo, nelle 3 gare disputate, non è certo mancato, e questa senza dubbio rappresenta la seconda nota lieta della manifestazione, che si proponeva di esportare un’immagine positiva del calcio nostrano. Inter-Atalanta è stata l’unica delle 3 partite senza gol da parte di entrambe le squadre e con meno di 3 reti complessive a segno, ma nonostante questo (e un turnover un po’ troppo esasperato di Gasperini in avvio) anche la Dea ha avuto, soprattutto nella ripresa, diverse palle gol e lo spettacolo non è certo mancato. Sia Juventus-Milan che Inter-Milan, invece, hanno regalato in campo emozioni, gol e ribaltoni, sempre per merito dei rossoneri del neo-tecnico Conceicao, arrivato febbricitante alla vigilia della partenza per Riad per sostituire l’esonerato Fonseca.
È il Milan la grande sorpresa e l’indiscussa protagonista della Supercoppa, con il suo carattere indomito e la capacità di rimontare un gol alla Juventus di Motta e addirittura due all’Inter di Inzaghi, roba da mille e una notte, per rimanere in oriente. Quello che è mancato miseramente è stato lo spettacolo sugli spalti: forse l’appeal della Serie A non è abbastanza per il mondo arabo, o forse il calcio non è entrato ancora a pieno titolo nel cuore dei sauditi, come dimostrerebbe anche la risposta di pubblico ancora tiepida nelle gare del ricchissimo campionato saudita, fatto sta che le migliori rappresentanti del nostro calcio non sono riuscite né a riempire uno stadio dalla capienza inferiore ai 30.000 posti né a infiammare i pochi presenti.
L’effetto acquario che ha caratterizzato le tre partite non ha reso merito alle stesse e ha levato spettacolo all’evento, perché una componente fondamentale dello spettacolo sportivo risiede proprio negli spalti. Pensiamo al mesto spettacolo dello sport a porte chiuse in epoca Covid: in quell’occasione i broadcast televisivi erano arrivati ad inventarsi degli effetti audio aggiunti artificialmente per coprire il silenzio degli spalti vuoti.
Uno spettacolo sportivo non differisce da uno teatrale: in entrambi i casi si tratta di eventi unici e irripetibili che devono il proprio successo ad una molteplicità di fattori, tra i quali la risposta del pubblico. Uno spettacolo di stand up comedy a teatro, per esempio, vive delle battute del comico così come delle risate del pubblico, se manca una delle componenti il senso di mestizia è inevitabile.