La tre giorni di Coppe Europee si è chiusa con un bilancio negativo per le italiane: in Champions League, tra martedì e mercoledì, solo l’Inter è riuscita a portare a casa i 3 punti, mentre il Napoli è incappato in un clamoroso scivolone in Olanda e l’Atalanta ha ottenuto l’ennesimo pareggio di questo inizio di stagione. Sconfitta anche la Juventus sul campo del Real Madrid: peccato, perché i bianconeri non hanno sfigurato al Santiago Bernabéu, però non hanno avuto il cinismo giusto per fare gol. La crisi di gol juventina sorprende perché l’attacco bianconero, sulla carta, è tra i più forti d’Europa. Purtroppo per la squadra di Tudor, però, si gioca sull’erba e non sulla carta, e in campo gli attaccanti della Vecchia Signora, ad oggi, segnano con il contagocce.
Fa rumore il tonfo del Napoli sul campo del PSV: il 6-2 rimediato in Olanda è uno di quei risultati che ti rimangono addosso e rischiano di lasciare strascichi negativi e polemici in un momento delicato della stagione. I malumori di Conte sono fin troppo chiari, da tempo, e il feeling tecnico di De Bruyne con l’universo tattico dell’allenatore partenopeo non è mai sbocciato. La reazione di Conte alla sconfitta è stata scomposta, vedremo come reagirà il gruppo squadra, perché da questa reazione si determinerà il prosieguo della stagione.
In un certo senso Conte aveva anche bisogno di uno schiaffo così per poter (cercare di) compattare da par suo un gruppo non più solido come quello della scorsa stagione: ricordiamo che alla prima di campionato dello scorso anno il Napoli crollò a Verona (0-3) e in quel caso il tecnico non espresse pensieri troppo distanti dal post Eindhoven. Per ottenere il massimo Conte fa abitualmente leva sui concetti, piuttosto comuni nel calcio, del “noi contro tutti” e soprattutto del “serve un’impresa”: l’ambiente Napoli (tifosi, dirigenti, anche la squadra probabilmente) si è sentito troppo forte in questo avvio di stagione per i gusti del tecnico, che preferisce una narrazione epica da underdog. I 6 gol presi in Coppa potrebbero essere il miglior assist in questo senso, a patto che la squadra decida di seguirlo.
Discorso diverso per la Roma. La squadra di Gasperini è in crisi perché non segna. Non è che abbia smesso di segnare, entrando così in crisi: non ha mai iniziato. Anche quando la Roma veleggiava al comando della classifica segnava comunque con il contagocce, ma faceva risultato perché non subiva mai gol. L’anomalia di sistema era non subire mai gol, assestandosi come la difesa più forte d’Europa pur non essendolo. La crisi di oggi non è figlia di una diminuzione dello standard di rendimento in campo rispetto al passato, ma è la normale e fisiologica conseguenza della difficoltà del gruppo (attaccanti in primis) a trovare la via del gol, che poi sarebbe l’obiettivo primario di questo sport.
Il sorriso più grande l’ha portato ancora una volta a casa l’Inter, vincendo (e dominando) sul campo dell’Union Saint-Gilloise: è vero che la squadra di Chivu ha affrontato, finora, tutte squadre di medio-basso cabotaggio, più consone a un livello da Europa League che da Champions, ma è altrettanto vero che ha sempre fatto il suo vincendo nettamente, il che non è mai scontato e ha aumentato la fiducia del gruppo, che oggi è più solido che mai.
In Europa League il Bologna ha ottenuto la prima storica vittoria sul campo della Stella Rossa di Belgrado: bravo Italiano, bravo Sartori a costruire sempre una squadra in grado di competere su tutti i fronti, bravissimo Orsolini, anche se questa volta non ha fatto gol: è lui il leader tecnico e umano del gruppo, oltre a essere uno dei giocatori più sottovalutati di tutto il calcio italiano.




