L’Italia porta la Dieta Mediterranea all’ONU: «Modello di longevità per il mondo»

Alla Columbus Citizens Foundation di New York, Coldiretti e Filiera Italia hanno presentato la proposta italiana per una corretta alimentazione. La professoressa Annamaria Colao: «Il 60% delle morti per malattie croniche può essere evitato grazie a uno stile di vita sano»

Il 24 settembre, alla Columbus Citizens Foundation di New York, la House of Made in Italy ha ospitato l’incontro “Italian Agri-Food: A Model of Longevity for the World”, evento a margine della Quarta Riunione di Alto Livello dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite dedicata alla prevenzione e al controllo delle malattie non trasmissibili.

L’iniziativa, promossa da Coldiretti e Filiera Italia, ha riunito istituzioni, scienziati ed esponenti del mondo produttivo italiano e americano, con la partecipazione del ministro degli Esteri Antonio Tajani, del viceministro Edmondo Cirielli, del nuovo ambasciatore italiano negli USA Marco Peronaci e del sindaco di Pollica Stefano Pisani, città simbolo della Dieta Mediterranea.

L’obiettivo dell’incontro: proporre il modello agroalimentare italiano come strumento per promuovere salute, prevenzione e longevità a livello globale, in un momento storico in cui le malattie croniche non trasmissibili rappresentano la prima causa di morte e disabilità nel mondo.

La voce della scienza: il messaggio di Annamaria Colao

Tra i momenti più significativi della giornata, l’intervento della professoressa Annamaria Colao, ordinario di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo all’Università di Napoli Federico II e vicepresidente del Consiglio Superiore di Sanità.

Da medico, Colao ha lanciato un forte appello a riscoprire la tradizione alimentare mediterranea come strumento di prevenzione e di benessere sociale:

«Mangiare secondo i dettami della Dieta Mediterranea significa scegliere cibi originali, naturali, preparati lentamente e consumati in famiglia. Non è solo nutrizione, è cultura e condivisione. Sono questi gli aspetti che dobbiamo recuperare».

Secondo i dati presentati, il 60% delle morti dovute a malattie croniche non trasmissibili può essere evitato grazie a uno stile di vita sano e a un’alimentazione equilibrata.

«La letteratura internazionale sulla Dieta Mediterranea è immensa: oltre 10.000 studi dimostrano i suoi benefici nella prevenzione di diabete, obesità, malattie cardiovascolari, neurodegenerative come l’Alzheimer, ma anche di almeno sette tipi di cancro, compresi quelli dell’apparato digerente», ha sottolineato Colao.

La luminare ha messo in guardia contro i rischi legati alla diffusione di alimenti ultra-processati:

«Alcune forme di demenza e di alterazione delle funzioni cognitive sono direttamente collegate al consumo di prodotti industriali. È fondamentale che ognuno di noi inizi da subito a mangiare meglio, cercando di replicare lo stile della Dieta Mediterranea, ovunque nel mondo».

La sfida della prevenzione: educare, non penalizzare

Durante i lavori, Coldiretti e Filiera Italia hanno ribadito la necessità di difendere la Dieta Mediterranea dalle minacce rappresentate da cibi artificiali e ultra-formulati, promuovendo educazione alimentare piuttosto che misure punitive come tasse o etichette a semaforo.

La soddisfazione finale è arrivata con l’annuncio che la nuova risoluzione ONU recepisce molte proposte italiane, tra cui la distinzione tra l’abuso di alcol e il consumo moderato e consapevole di prodotti di qualità come il vino, parte integrante della tradizione mediterranea.

Un passo avanti che conferma il ruolo dell’Italia come ambasciatrice di un modello alimentare capace di coniugare benessere, cultura e sviluppo sostenibile, offrendo al mondo non solo un esempio, ma una concreta via di prevenzione e longevità.

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