Una mattinata di sole, una piazza San Pietro gremita di fedeli, oltre 80.000, e una celebrazione solenne hanno reso omaggio oggi a due giovani laici che, con il loro esempio di fede e dedizione, invitano tutti a non sciupare la vita, ma a orientarla verso l’alto. Durante la messa presieduta da Papa Leone XIV, sono stati canonizzati Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis – primo Santo millennias -, figure emblematiche di una spiritualità semplice, autentica e accessibile a tutti.
Un messaggio di amore e semplicità
L’omelia si è aperta con un messaggio di gioia e di speranza, rivolto soprattutto ai giovani: “Oggi è una festa bellissima”, ha detto il Papa, invitando i presenti a custodire nel cuore l’esempio di Frassati e Acutis. “Tutti voi, tutti noi, siamo chiamati a essere santi”, ha aggiunto, ricordando che la santità non è riservata a pochi, ma è accessibile a tutti attraverso gesti semplici e autentici.
Nell’omelia, il Papa ha sottolineato come i due nuovi santi incarnino un “essere innamorati di Gesù” e un incessante desiderio di “donare tutto per Lui”. Con parole piene di emozione, Leone XIV ha evidenziato che la santità non richiede mezzi straordinari o complicati, ma può essere coltivata attraverso “mezzi semplici, alla portata di tutti”: la preghiera quotidiana, l’amore per i poveri, l’adorazione eucaristica, gesti concreti di carità.
Il Papa ha anche affrontato il tema di “un bivio della vita” che si apre davanti a ogni giovane: il rischio di lasciarsi sfuggire il tempo, di vivere senza una vera meta. La risposta, secondo il Pontefice, è un “avventura” che chiama a gettarsi “senza esitazioni”, a spogliarsi delle proprie convinzioni e delle cose che ci tengono prigionieri, alzando lo sguardo verso il cielo e camminando “incontro al Signore, nella festa eterna del Cielo”.
Le vite di San Pier Giorgio Frassati e San Carlo Acutis, testimonianze di fede viva
Tra i momenti più toccanti della cerimonia, la narrazione delle vite dei due giovani. San Pier Giorgio Frassati, nato a Torino, è ricordato per il suo impegno nella scuola, nelle associazioni ecclesiali e nelle attività di carità. Amante dello sport, della preghiera e della vita comunitaria, si dedicava con entusiasmo ad aiutare i poveri nelle strade di Torino, portando avanti la sua fede con azioni concrete. Il suo soprannome affettuoso, “Frassati Impresa Trasporti”, testimonia il suo spirito pratico e generoso.
San Carlo Acutis, nato a Milano, è diventato un esempio di fede digitale e di amore per la presenza reale di Cristo nell’Eucaristia. Cresciuto in una famiglia devota, ha integrato nella sua vita quotidiana preghiera, studio e carità, sottolineando che “davanti al sole ci si abbronza, davanti all’Eucaristia si diventa santi”. La sua testimonianza si fonda sulla semplicità delle azioni quotidiane, come il semplice movimento degli occhi rivolto verso Dio, e sulla convinzione che “la conversione è spostare lo sguardo dall’alto verso sé stessi”.
Testimoni di una santità “della porta accanto”
Entrambi i giovani hanno vissuto con “mezzi semplici” l’amore di Dio, testimoniando come la santità possa nascere dalla vita di ogni giorno, dall’impegno nel proprio ambiente e dalla cura dei più deboli. Pier Giorgio scriveva: “Intorno ai poveri e agli ammalati vedo una luce che noi non abbiamo”, mentre Carlo ricordava che “il giorno della morte sarà il più bel giorno della vita”. La loro vita, così come la loro morte, sono state viste come un “verso l’alto”, un cammino che invita tutti a non sciupare la propria esistenza, ma a farne un capolavoro.
Un invito rivolto ai giovani
Il Papa ha concluso la celebrazione con un forte invito ai giovani: “Non sciupate la vita”, ha detto, “orientatela verso l’alto e fatene un capolavoro”. La santità, ha sottolineato, nasce spesso da un “sì” pronunciato in gioventù, come quello di sant’Agostino o di san Francesco d’Assisi, che hanno scelto di seguire Cristo con cuore libero e generoso.
Un messaggio di speranza e di testimonianza
La canonizzazione di Frassati ed Acutis si configura come un grande esempio di come la fede possa essere vissuta con semplicità, coraggio e gioia. Sono figure che, con il loro esempio, chiamano tutti a riscoprire il valore del “sì” quotidiano, delle piccole azioni di carità e dell’amore incondizionato. Come ha ricordato Leone XIV, il Cielo ci aspetta da sempre, e amare il domani significa dare oggi il meglio di sé, per incontrare il Signore nella festa eterna del Cielo.
L’evento, trasmesso in diretta e seguito da migliaia di fedeli in tutto il mondo, si conclude con la richiesta di redazione delle lettere apostoliche sulla loro canonizzazione, lasciando un messaggio di speranza e di testimonianza viva per le generazioni future.