L’amministrazione Biden si trova in un impasse, discutendo l’introduzione di nuove sanzioni mirate al settore petrolifero russo, nel tentativo di ostacolare le esportazioni di Mosca e limitarne i guadagni che finanziano la guerra in Ucraina. I funzionari del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti hanno proposto di colpire una flotta di vecchie petroliere, note come “flotta ombra”, che la Russia utilizza per vendere petrolio al di sopra del tetto di 60 dollari al barile imposto dagli alleati occidentali nel 2022.
Il tetto al prezzo del petrolio russo è stato concepito per limitare i profitti di Mosca senza interrompere il flusso globale di petrolio, evitando così un possibile shock dei prezzi. Sebbene inizialmente efficace, la Russia ha trovato modi per aggirare queste restrizioni, utilizzando petroliere non assicurate da compagnie occidentali per continuare a esportare petrolio a prezzi elevati. Di fronte a queste circostanze, il Tesoro ha sottoposto alla Casa Bianca delle analisi economiche che suggeriscono che le sanzioni alla flotta ombra avrebbero un impatto minimo sui mercati petroliferi globali, ma finora non ha ricevuto l’approvazione necessaria per procedere.
La preoccupazione principale dei consiglieri economici della Casa Bianca è il potenziale incremento dei prezzi del petrolio durante i mesi estivi, che potrebbe tradursi in un aumento dei prezzi della benzina negli Stati Uniti. Tale scenario rappresenterebbe un rischio per la campagna di rielezione del presidente Biden. La segretaria del Tesoro, Janet Yellen, ha difeso il tetto al prezzo, sostenendo che, nonostante gli sforzi russi per aggirarlo, esso ha comunque imposto costi significativi a Mosca.
Nel frattempo, gli alleati europei hanno già iniziato a penalizzare le navi russe che trasportano gas naturale liquefatto, offrendo un possibile modello per ulteriori azioni mirate contro le petroliere russe.