Meloni all’Onu: «La Russia ha calpestato il diritto internazionale, Israele ha superato i limiti a Gaza»

Alla 80ª Assemblea Generale dell’Onu la premier italiana ha condannato l’aggressione russa all’Ucraina, ha criticato Israele per non aver rispettato il principio di proporzionalità a Gaza nella reazione ad «un conflitto scatenato da Hamas» e ha invocato una riforma profonda delle Nazioni Unite e delle regole su migrazione e asilo

Giorgia Meloni ha aperto il suo discorso alla 80ª Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York descrivendo un mondo in bilico «tra guerra e pace». Citando Papa Francesco, la premier ha parlato di una «terza guerra mondiale combattuta a pezzi», sottolineando come il numero dei conflitti armati sia ai massimi storici.

«Secondo il Global Peace Index 2024, nel mondo sono in corso 56 conflitti, il numero più elevato dalla Seconda guerra mondiale».

Un quadro che, secondo Meloni, dimostra il fallimento dell’obiettivo con cui nacque l’Onu nel 1945: garantire la pace. «Ci siamo riusciti? La risposta è nella cronaca ed è impietosa. Pace, dialogo e diplomazia non riescono più a convincere e a vincere».

Tra le crisi più gravi, Meloni ha puntato il dito contro Mosca per l’invasione dell’Ucraina, denunciando una violazione senza precedenti delle regole internazionali da parte di un membro permanente del Consiglio di Sicurezza.

«La Federazione Russa ha deliberatamente calpestato l’articolo 2 della Carta delle Nazioni Unite, violando l’integrità e l’indipendenza politica di un altro Stato sovrano con la volontà di annetterne il territorio».

La premier ha poi criticato la persistente indisponibilità del Cremlino a sedersi a un tavolo negoziale: «Ancora oggi Mosca non si mostra disponibile ad accogliere seriamente alcun invito a sedersi al tavolo della pace. Questa ferita profonda inferta al diritto internazionale ha scatenato effetti destabilizzanti molto oltre i confini di Kiev».

Ampio spazio nel discorso della Premier italiana è stato dedicato al conflitto in Medio Oriente, che Meloni ha collegato al contesto di crisi globale aggravato dalla guerra in Ucraina. Ha definito «legittima» la prima reazione di Israele agli attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023, ma ha condannato con fermezza l’attuale operazione militare a Gaza.

«La ferocia e la brutalità di quell’attacco, la caccia ai civili inermi, hanno spinto Israele ad una reazione, in principio legittima perché ogni Stato ha il diritto di difendersi, ma la reazione a un’aggressione deve sempre rispettare il principio di proporzionalità. Israele ha superato quel limite, infrangendo le norme umanitarie e causando una strage tra i civili».

Per questo, l’Italia voterà a favore di alcune sanzioni europee contro Israele.

Meloni ha ribadito che la responsabilità primaria resta di Hamas, che deve liberare immediatamente tutti gli ostaggi:

«Non ci accodiamo a chi scarica su Israele tutta la responsabilità di quello che avviene a Gaza. È Hamas che ha scatenato la guerra, ed è Hamas che potrebbe far cessare le sofferenze dei palestinesi liberando subito gli ostaggi. Invece sembra voler prosperare sulla sofferenza del popolo che dice di rappresentare».

Sul futuro della regione, la premier ha riaffermato la storica posizione italiana a favore della soluzione a due Stati: «Israele non ha il diritto di impedire che domani nasca uno Stato palestinese, né di costruire nuovi insediamenti in Cisgiordania al fine di impedirlo».

Tuttavia, ha fissato due precondizioni per il riconoscimento internazionale della Palestina: «Il rilascio di tutti gli ostaggi israeliani e la rinuncia di Hamas ad avere qualsiasi ruolo nel governo palestinese. Chi ha scatenato il conflitto non può essere premiato».

La premier ha invitato Israele a «uscire dalla trappola di questa guerra» e ha appoggiato le proposte avanzate dal presidente degli Stati Uniti insieme ai Paesi arabi per un cessate il fuoco permanente.

«La pace non si costruisce solo con appelli o proclami ideologici, ma con pazienza, coraggio e ragionevolezza. L’Italia c’è e ci sarà per chiunque sia disposto a lavorare su un piano serio per il rilascio degli ostaggi, la fine delle ostilità, l’esclusione di Hamas e la prospettiva concreta di due Stati che convivano in pace e sicurezza».

Passando ai temi istituzionali, Meloni ha invocato una profonda riforma delle Nazioni Unite, definendo l’attuale architettura internazionale «ferma a ottant’anni fa».

«Multilateralismo, dialogo e diplomazia, senza istituzioni che funzionano come dovrebbero, sono parole vuote».

L’obiettivo, ha spiegato, deve essere un’Onu più agile e trasparente: «Il Palazzo di Vetro deve essere anche una casa di vetro, capace di rispondere rapidamente alle crisi, ridurre sprechi e duplicazioni e garantire trasparenza nei costi e nella missione».

La premier ha poi affrontato il tema della migrazione e del diritto d’asilo, sostenendo la necessità di aggiornare le regole internazionali per adeguarle alle sfide contemporanee.

«Le convenzioni attuali furono scritte in un’epoca in cui non esistevano le migrazioni irregolari di massa e i trafficanti di esseri umani»

ha spiegato, criticando le interpretazioni «ideologiche e unidirezionali» di «magistrature politicizzate». L’obiettivo, ha chiarito, non è abbassare le tutele, ma «costruire un sistema che sia al passo con i tempi, capace di proteggere i diritti umani fondamentali, insieme alla sacrosanta prerogativa di ogni Nazione di difendere i propri confini e governare i flussi migratori».

Nella parte finale del suo discorso, Meloni ha criticato duramente quello che ha definito «ecologismo insostenibile», accusando i cosiddetti «piani verdi» occidentali di portare «alla deindustrializzazione molto prima che alla decarbonizzazione».

«Trent’anni di globalizzazione fideistica sono finiti e oggi ne vediamo le conseguenze: modelli di produzione insostenibili imposti dall’alto, interi settori produttivi in crisi, ceti medi impoveriti e scelte di consumo non razionali. Non si tratta di negare il cambiamento climatico, ma di affermare la neutralità tecnologica e il gradualismo delle riforme, mettendo l’uomo al centro».

Meloni ha concluso richiamandosi a San Francesco, ricordando che quest’anno ricorre anche il 70° anniversario dell’ingresso dell’Italia nelle Nazioni Unite: «I combattimenti difficili vengono riservati solo a chi ha un coraggio esemplare», ha citato, invitando la comunità internazionale a dimostrare quel coraggio per costruire «un mondo più giusto e più sicuro». Un appello, ha detto la premier, a non sprecare l’occasione storica offerta dalle sfide globali di questo tempo.

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