Dopo le dimissioni dei quattro vice-sindaci di New York, tra i principali collaboratori del sindaco Eric Adams, le pressioni per le dimissioni di quest’ultimo si fanno sempre più forti. Nonostante proprio ultimamente il sindaco abbia rassicurato i suoi sostenitori di non avere intenzione di dimettersi, il Partito Democratico cui Adams fa ancora capo sta valutando azioni forti, anche in riferimento all’avvicinamento del sindaco a Donald Trump, che secondo molti avrebbe favorito la caduta delle accuse di corruzione su Adams e lo stop delle indagini a suo carico, a fronte di un accordo programmatico sul tema dell’immigrazione illegale.
Adesso la palla passa alla governatrice Kathy Hochul: secondo la Costituzione dello Stato di New York, Kathy Hochul ha il potere di rimuovere dall’incarico il sindaco Eric Adams, una mossa mai tentata in 235 anni di storia statale. La prospettiva di una rimozione, tuttavia, appare tutt’altro che semplice, in un clima politico già teso.
Durante un incontro al 39° piano di un edificio di Manhattan, Hochul ha valutato con attenzione i rischi legali e politici che una simile decisione potrebbe comportare. Riunendo funzionari eletti a livello cittadino, influenti leader afroamericani e parlamentari, la governatrice ha cercato di soppesare le alternative, tenendo conto di un quadro normativo sorprendentemente scarno.
Il testo costituzionale prevede solo che un sindaco possa essere rimosso dopo aver ricevuto copia delle accuse e l’opportunità di difendersi, lasciando a Hochul ampio margine di interpretazione. La storia offre un solo precedente: Franklin D. Roosevelt, che tentò di rimuovere il sindaco Jimmy Walker con l’accusa di corruzione, procedura che si concluse con le dimissioni del politico prima che venisse formalmente allontanato dall’incarico.
Sul fronte politico, la governatrice è particolarmente cauta nel non alienare una parte fondamentale dell’elettorato: i newyorkesi afroamericani, storici sostenitori di Adams. In quest’ottica, leader come il rappresentante Gregory W. Meeks hanno espresso perplessità, affermando che «il sindaco e tutti gli altri debbano avere un giusto processo. Per me, è fondamentale». Da queste parole si evince come una mossa forte come quella di rimuovere Adams dalla carica di sindaco possa venire percepita come ingiusta.
Un ulteriore elemento di complessità è rappresentato dalla possibile ascesa di Andrew M. Cuomo, già al centro di scandali e ora pronto a candidarsi a sindaco. L’eventualità che la rimozione di Adams possa aprire la strada a Cuomo, noto per il suo atteggiamento critico nei confronti di Hochul, alimenta ulteriori timori in un panorama politico già estremamente delicato.
Parallelamente, si ipotizza che anche i funzionari della città possano intervenire autonomamente. Il revisore dei conti Brad Lander ha infatti annunciato che, in assenza di un «piano di contingenza dettagliato» da parte di Adams, potrebbe attivare una commissione speciale per esaminare la rimozione del sindaco, una soluzione che però rischierebbe di sfociare in una battaglia legale e istituzionale altrettanto intricata.
In definitiva, la scelta che si profila davanti a Hochul non riguarda soltanto l’applicazione di un potere costituzionale, ma impone di bilanciare attentamente interessi politici, responsabilità istituzionali e il rispetto del giusto processo. Una decisione che, qualunque essa sia, lascerà un segno profondo sul futuro della città e del panorama politico dello Stato di New York.