In risposta al costo crescente della vita a New York, il sindaco Eric Adams ha annunciato mercoledì un piano per eliminare le tasse sul reddito per gli oltre 400.000 lavoratori con i salari più bassi. La proposta, che necessita dell’approvazione del Parlamento statale, prevede che i newyorkesi che guadagnano fino al 150% del livello federale di povertà, cioè tra 31.000 e 46.000 dollari all’anno a seconda della dimensione familiare, non siano più soggetti a tassazione sul reddito cittadino. Secondo le stime, il piano potrebbe avere un impatto significativo, portando a un risparmio medio di 350 dollari per le famiglie coinvolte.
La proposta solleva interrogativi sulla sua sostenibilità economica. Se approvato, il piano costerebbe alla città circa 63 milioni di dollari l’anno in introiti fiscali. Tuttavia, i funzionari dell’amministrazione ritengono che altri flussi di entrate, come le tasse aziendali e le imposte sulle vendite di cannabis, potrebbero compensare le perdite fiscali. Durante la conferenza stampa, il sindaco ha sottolineato l’importanza di restituire denaro ai cittadini, affermando: «Non possiamo abbassare il costo del pane, ma possiamo darvi qualche soldo per pagare le bollette e le necessità quotidiane». Alcuni consiglieri di opposizione, comunque, si sono detti disponibili a collaborare per l’approvazione del piano.
Eric Adams, che si trova al centro di svariate accuse che vanno dalla corruzione al finanziamento illecito della propria campagna elettorale, ha bisogno di ricostruire in fretta il consenso che lo ha portato all’elezione per avere qualche chance di bissare il successo. In quest’ottica, il sindaco ha lanciato la “settimana dell’accessibilità”, presentando una serie di iniziative dedicate in particolare ai lavoratori a basso reddito ed annunciato l’avvio dei lavori per la costruzione di alloggi accessibili e di uno stadio di calcio del Queens.