Nella giornata di ieri, giovedì 11 luglio, il Presidente Biden ha tenuto una lunga conferenza, durata quasi un’ora, all’ONU. Durante la conferenza, una delle più importanti della sua presidenza, ha dimostrato di padroneggiare molto bene tutte le questioni, soprattutto in campo di politica estera. Biden ha discusso di NATO, Ucraina, Gaza, Cina e altri argomenti di rilievo, sostenendo che l’età gli ha dato saggezza e sottolineando il rifiuto dell’ipotesi di ritirarsi dalla corsa per le prossime elezioni.
Purtroppo per lui, ci sono comunque state le “solite” gaffe alle quali ci ha abituato Biden nell’ultimo periodo: la vice presidenza di Kamala Harris, nel discorso di Biden, è direttamente passata al suo rivale Donald Trump; ancora peggio, mentre introduceva il Presidente dell’Ucraina Zelensky, si è confuso chiamandolo “President Putin”, per poi correggersi subito dopo, forse un po’ goffamente, additando il lapsus al pensiero costante di battere il dittatore russo. Zelensky stesso ha scherzato sull’errore – “I’m better”, ha detto ridendo – ma l’episodio è ovviamente diventato virale sui social media.
Nonostante si sia trattato di semplici lapsus che sono all’ordine del giorno per chiunque, Biden è da tempo sotto i riflettori dell’opinione pubblica e questi errori, sebbene immediatamente corretti, hanno nuovamente sollevato dubbi sulla sua capacità di gestire la carica presidenziale, soprattutto in vista delle prossime elezioni. Per molti esponenti democratici, l’errore con Zelensky è stato un segnale preoccupante.
Appare evidente, ormai, che la sfida più grande per Biden non sia tanto vincere le elezioni, ma apparire lucido in ogni apparizione pubblica, cercando il più possibile di limitare gaffe come quelle accadute alla conferenza ONU.
Anche se il Presidente ha ribadito più volte di non avere intenzione di ritirarsi, e nonostante la difficoltà del Partito Democratico nel trovare un candidato sostituto all’altezza delle aspettative, la pressione interna per un cambio è sempre più forte. In questo contesto, Biden ha bisogno di dimostrare che, nonostante l’età, è ancora un leader capace di guidare gli Stati Uniti nei prossimi anni.