Un incidente che ha rimesso in discussione tutto

Dopo la morte di una donna e delle sue due figlie, a New York non si parla d'altro che di come evitare nuovamente queste tragedie, senza qualche polemica

Miriam Yarimi non avrebbe dovuto guidare. La sua patente era stata sospesa mesi fa, eppure sabato scorso ha imboccato Ocean Parkway, a Brooklyn, al volante di un’Audi blu. Pochi minuti dopo, a seguito di un’incidente, tre persone sono morte: Natasha Saada, 35 anni, e due delle sue figlie, Diana e Deborah, di 8 e 5 anni, travolte mentre camminavano sul marciapiede. La più piccola è stata sbalzata a diversi metri di distanza, secondo quanto riferito dalla polizia. Il fratellino di quattro anni è ricoverato in condizioni critiche.

Yarimi, 32 anni, lavora come parrucchiera specializzata in parrucche e ha un seguito importante sui social media. Ora è accusata di omicidio colposo, guida spericolata ed eccesso di velocità. Si trova in custodia presso il Bellevue Hospital per una valutazione psichiatrica. Non è chiaro se abbia già nominato un legale.

La sua targa personalizzata – WIGM8KER – era già nota alle autorità. Dal 2023, ha accumulato quasi cento infrazioni, con multe per un totale superiore ai 10.000 dollari. Le telecamere l’hanno sorpresa a superare i limiti di velocità almeno 18 volte in prossimità delle scuole. Le violazioni per mancato rispetto del semaforo rosso sono almeno cinque. A New York, il 75% degli automobilisti riceve al massimo due multe per eccesso di velocità. Yarimi è uno dei casi estremi che il sistema attuale fatica a contenere.

Il suo veicolo avrebbe potuto essere sequestrato grazie al Dangerous Vehicle Abatement Program, approvato nel 2020 per colpire i guidatori recidivi. Ma il programma è stato lasciato decadere tre anni dopo. «L’amministrazione Adams ha permesso che scadesse» ha detto Brad Lander, revisore dei conti della città ed ex consigliere comunale che aveva promosso la legge. «Non l’hanno mai applicata davvero». Lander è attualmente in corsa per le prossime elezioni contro l’attuale sindaco Eric Adams.

Un portavoce di Adams ha accusato Lander di strumentalizzare la tragedia. Durante una conferenza stampa, il sindaco ha difeso il proprio operato, citando la riduzione dei limiti di velocità e l’estensione del numero di telecamere ai semafori come strumenti già attivati per evitare l’ennesimo incidente. «Chi ignora la legge deve essere ritenuto responsabile» ha dichiarato.

Lunedì, un gruppo di rappresentanti eletti si è riunito davanti al municipio per promuovere una nuova proposta: l’installazione obbligatoria di dispositivi che limitino fisicamente la velocità delle auto per chi accumula numerose violazioni. «Multe e sospensioni non bastano» ha detto il senatore statale Andrew Gounardes, primo firmatario del disegno di legge. «Bisogna impedire meccanicamente che questi veicoli superino i limiti».

Non tutti sono d’accordo. Il deputato repubblicano Michael Novakho, che rappresenta il distretto dell’incidente, si è detto contrario sia ai limitatori che alle telecamere. «A volte le telecamere non si vedono. A volte devi accelerare» ha commentato a Streetsblog. «Essere multati sei volte in un anno non è così strano. E poi abbiamo già troppe telecamere».

Ocean Parkway è una delle strade più larghe e pericolose di Brooklyn: fino a sette corsie, quasi tutte rettilinee. Gli studi dimostrano che strade così larghe incentivano la velocità, anche in presenza di limiti. Solo lo scorso anno si sono verificati 129 incidenti su quella tratta, con 86 feriti. Alcuni esperti suggeriscono una revisione più ampia del disegno urbano cittadino, per adattare le strade alle reali esigenze della mobilità urbana, che non sono quelle delle autostrade.

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