Trump dà l’ultimatum: via il congestion pricing entro il 21 marzo

Ma l'azienda di trasporti newyorkese, assieme al governo statale, non sembrano intenzionati a fare passi indietro

L’amministrazione Trump ha ordinato la fine del congestion pricing a New York, ma la Metropolitan Transportation Authority (MTA) ha risposto con un secco rifiuto. Il programma, che prevede un pedaggio di 9 dollari per entrare in una zona a traffico limitato di Manhattan durante le ore di punta, è attivo dal 5 gennaio e ha già contribuito a ridurre il traffico nelle strade più congestionate della città. Il Dipartimento dei Trasporti federale ha fissato il 21 marzo come termine ultimo per la sospensione del piano, ma le autorità locali sembrano intenzionate a non fermarsi.

In una lettera inviata la scorsa settimana, Gloria M. Shepherd, direttrice della Federal Highway Administration, ha chiesto alla MTA di interrompere la raccolta dei pedaggi e di fornire dettagli sulla sospensione del programma. L’agenzia ha ignorato la richiesta, dichiarando che continuerà a far pagare il pedaggio fino a quando un giudice non imporrà il contrario. «Non li spegniamo» ha detto Janno Lieber, amministratore delegato della MTA. «Nel frattempo, tutto prosegue normalmente».

Il congestion pricing è stato introdotto per raccogliere fondi destinati alla manutenzione e al potenziamento del trasporto pubblico, con l’obiettivo di generare 15 miliardi di dollari. A gennaio, il sistema ha già fatturato circa 49 milioni di dollari, con entrate che verranno utilizzate per migliorare le infrastrutture della metropolitana e prolungare la linea della Second Avenue. La governatrice di New York, Kathy Hochul, ha incontrato Trump la scorsa settimana per difendere il piano, sostenendo che abbia portato benefici economici alla città, tra cui un aumento del pubblico a Broadway e una maggiore affluenza nei negozi.

Il segretario ai trasporti Sean Duffy ha giustificato la revoca dell’approvazione federale sostenendo che il piano penalizzi i lavoratori pendolari e che le entrate non vengano destinate alla manutenzione stradale, ma esclusivamente al trasporto pubblico. Tuttavia, esperti del settore sostengono che il Dipartimento dei Trasporti non abbia il potere di revocare unilateralmente il programma, che era stato approvato nel 2019 dal governo statale e autorizzato dall’amministrazione Biden prima dell’insediamento di Trump.

L’amministrazione federale potrebbe comunque trovare altri modi per fare pressione su New York. Marc Molinaro, ex deputato repubblicano e critico del congestion pricing, potrebbe presto assumere la guida della Federal Transit Administration, che gestisce miliardi di dollari in finanziamenti per il trasporto pubblico. Il suo ufficio potrebbe ritardare i fondi destinati ai progetti infrastrutturali della città, costringendo la MTA a fare marcia indietro.

La battaglia legale è già in corso. La MTA ha presentato un’azione legale contro il governo federale e il caso è stato affidato al giudice Lewis J. Liman, che in passato ha già respinto diverse richieste per bloccare il piano. Michael Gerrard, professore della Columbia Law School, ritiene che la scadenza imposta dal governo federale sia irrilevante: «I pedaggi rimarranno in vigore fino a quando e a meno che un giudice non dica il contrario».

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