Trump contro il congestion pricing

Durante un'intervista al New York Post, il Presidente ha caldeggiato l'idea di bloccare il programma attraverso il Dipartimento dei Trasporti

Alla fine i timori della governatrice Hochul erano reali: Il congestion pricing, la misura introdotta da poche settimane per ridurre il traffico veicolare a Manhattan, si trova ora nel mirino del Presidente Donald Trump, che ha espresso l’intenzione di utilizzare il Dipartimento federale dei Trasporti per “eliminare” l’iniziativa. Durante un’intervista rilasciata al New York Post nel fine settimana, Trump ha dichiarato che la misura sta scoraggiando le persone dal visitare Manhattan, ma non ha fornito dettagli concreti su come intenda procedere per fermarla. «Se decido di intervenire, sarò in grado di fermarlo a Washington attraverso il Dipartimento dei Trasporti».

La tassa di 9 dollari imposta alla maggior parte dei veicoli per accedere a Manhattan sotto la 60ª strada è stata definita dal Presidente “distruttiva” per la città di New York. La misura è stata progettata per finanziare i necessari interventi di riparazione e miglioramento di metropolitane, autobus e ferrovie pendolari, garantendo miliardi di dollari di fondi.

In parallelo alle critiche sul congestion pricing, Trump ha promesso di eliminare le piste ciclabili approvate dal Dipartimento dei Trasporti della città di New York, descrivendole come pericolose. «Queste biciclette viaggiano a 20 miglia all’ora e rappresentano un pericolo per i pedoni», ha affermato nel corso dell’intervista.

Il dibattito sul congestion pricing non si limita a una disputa locale. Il governatore del New Jersey, Philip D. Murphy, e diversi esponenti repubblicani dello stato di New York hanno espresso opposizione al programma, sostenendo che imponga un onere ingiusto sui conducenti dei quartieri esterni e dei sobborghi. Queste aree, a loro dire, mancherebbero di alternative di trasporto pubblico affidabili, gravando così in modo sproporzionato sui residenti meno abbienti.

Oltre la bagarre politica, i dati iniziali mostrano che il congestion pricing ha ridotto il traffico nella zona interessata, aumentato l’uso dei mezzi pubblici e accelerato i tempi di viaggio per alcuni pendolari, secondo i dati rilasciati dalla Metropolitan Transportation Authority. Questi risultati potrebbero fornire un sostegno importante al programma, già difeso con successo in passato. Danny Pearlstein, portavoce di Riders Alliance, sottolinea: «Il congestion pricing è stato sottoposto a controlli giudiziari in più Stati e ha sempre vinto perché è stato accuratamente e approfonditamente esaminato da molteplici agenzie federali. Non si può fare marcia indietro nonostante i cambiamenti dei venti politici».

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