La polizia di New York ha identificato i resti umani trovati all’interno di una valigia alla deriva nell’East River lo scorso 5 febbraio. Si tratta di Edwin Echevarria, un uomo di 65 anni. Giovedì mattina le autorità hanno annunciato l’arresto del suo coinquilino, Christian Millet, 23 anni, accusato di omicidio di secondo grado. I due vivevano insieme in un appartamento su Columbia Street, nel Lower East Side di Manhattan.
Secondo quanto riportato da un funzionario delle forze dell’ordine, Millet ha confessato di aver fatto cadere Echevarria a terra per poi calpestargli la testa, uccidendolo. Dopo il delitto, avrebbe usato un attrezzo per smembrare il corpo e inserirne i resti in una valigia, che poi sarebbe finita nelle acque dell’East River. Le autorità non hanno ancora chiarito il movente dell’omicidio né hanno fornito informazioni su cosa sia accaduto al resto del corpo della vittima.
Il ritrovamento è avvenuto grazie a un capitano del traghetto di New York City, che ha notato la valigia galleggiare nel fiume nel pomeriggio del 5 febbraio. Impossibilitato a recuperarla da solo, ha contattato l’Unità Navale della polizia, che ha provveduto a estrarla dall’acqua intorno alle 17:30. Gli agenti, una volta aperto il bagaglio, hanno immediatamente trasportato il contenitore al Pier 16, sulla sponda est di Manhattan, circa 400 metri a sud del ponte di Brooklyn.
Le indagini sono ancora in corso e la polizia non ha reso noti i dettagli su come sia stata accertata l’identità di Echevarria. Gli investigatori stanno cercando di ricostruire gli ultimi giorni della vittima e di capire se vi fossero stati conflitti pregressi tra lui e Millet. L’appartamento in cui vivevano è stato posto sotto sequestro per ulteriori rilievi scientifici.
Millet è stato interrogato dagli investigatori prima che venisse formalmente incriminato. Secondo gli agenti, avrebbe fornito una confessione dettagliata dell’omicidio. Al momento si trova in custodia in attesa dell’udienza preliminare.
