New York sta valutando i ricoveri forzati per le persone affette da disturbi mentali

È un tema di cui si parla spesso dopo ogni aggressione causata da persone con disturbi mentali, ma la proposta non piace a tutti

Nel cuore di New York si susseguono episodi violenti che coinvolgono persone senzatetto con un passato di disturbi mentali o di comportamenti aggressivi, sollevando allarmi sulla sicurezza in città e sul sistema che dovrebbe prevenire queste crisi. Ogni volta che accade un’aggressione apparentemente “imprevedibile”, l’opinione pubblica reagisce con rabbia e paura, mentre la politica corre ai ripari tra maggiori presenze di forze dell’ordine e stanziamenti straordinari in programmi di housing e assistenza sanitaria.

La governatrice Kathy Hochul ha recentemente proposto un pacchetto di leggi per rendere più semplice il ricovero forzato degli individui in crisi psichiatrica e per evitare che vengano dimessi troppo presto dagli ospedali. Le modifiche, incluse nel suo nuovo bilancio esecutivo, mirano anche a far sì che le valutazioni cliniche considerino l’intera storia medica di un paziente, e non solo il comportamento momentaneo. Hochul ha respinto le critiche secondo cui questa strategia «criminalizza la povertà o la condizione di senzatetto», sostenendo che si tratta di un atto di «umanità e compassione» per aiutare chi non è in grado di badare a se stesso.

Le tensioni politiche su questo tema si devono soprattutto al fatto che, in passato, né le forze dell’ordine né i servizi sanitari sono riusciti a stabilire procedure condivise ed efficaci per aiutare le persone affette da gravi disturbi mentali. In mancanza di un sistema di intervento ben definito, alcuni pazienti psichiatrici finiscono per rimanere in strada o in metropolitana, con il rischio di mettere in pericolo se stessi e gli altri. E mentre le richieste di garantire la sicurezza pubblica aumentano, anche i gruppi per i diritti civili si fanno sentire, preoccupati per il possibile abuso delle norme e per la ridotta libertà individuale.

La proposta di Hochul include, tra le altre cose, la possibilità di portare in ospedale una persona che non riesce a soddisfare i «bisogni essenziali» di cibo, abiti o riparo, se ciò comporta un «notevole rischio di danno fisico». Questa formula più chiara potrebbe consentire, secondo i sostenitori della riforma, di intervenire prima che la situazione degeneri. Inoltre, i piani della governatrice permetterebbero agli infermieri psichiatrici di ricoverare pazienti forzatamente, previa conferma di un medico, e di rinnovare con maggiore facilità gli ordini di trattamento ambulatoriale stabiliti dalla cosiddetta Kendra’s Law.

Non tutti, però, sono convinti che il ricovero involontario sia la strada giusta. La senatrice statale Samra Brouk, presidente della Commissione per la Salute Mentale, ha parlato di un sistema «inadeguato» che necessita di miglioramenti, ma ha bocciato l’espansione del trattamento obbligatorio come misura «non compassionevole». La deputata Jo Anne Simon ha espresso un ulteriore timore: «La mia preoccupazione è che non stiamo affrontando davvero il problema», ha dichiarato, osservando che il dibattito è influenzato dalle paure sulle aggressioni in metropolitana più che dal benessere dei pazienti psichiatrici.

In ambito sanitario, c’è invece chi pensa che la nuova norma possa intervenire positivamente nel quadro attuale. «Capisco che venire prelevati dalla polizia possa essere terrificante», ha commentato la psichiatra Ellen Tabor, vicedirettore sanitario dell’Institute for Community Living, «ma troppo spesso non accade, e la situazione diventa pericolosa». Gli operatori denunciano da tempo la carenza di letti ospedalieri e di personale specializzato, ma la commissaria per la Salute Mentale, Ann Marie T. Sullivan, sostiene che la città abbia ora sufficienti risorse per trattare un «gruppo estremamente ristretto di persone».

Le discussioni in seno all’Assemblea e al Senato di New York proseguiranno nelle prossime settimane, con i democratici pronti a contrattare con la governatrice nell’ambito delle trattative per il bilancio. Una coalizione di associazioni per la difesa dei diritti civili e di gruppi che si occupano di senzatetto ha già chiesto di puntare i fondi statali su alloggi e servizi di sostegno, piuttosto che sul ricovero obbligatorio.

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