New York non userà più l’hotel Row per ospitare migranti

Era diventato uno dei simboli più visibili della crisi migratoria in città, ma gli arrivi sono calati e l’amministrazione sta riducendo l’accoglienza straordinaria

A partire da aprile, il Row NYC di Times Square non ospiterà più famiglie migranti. La decisione, annunciata dal sindaco Eric Adams, segna la chiusura dell’ultimo grande hotel di Manhattan adibito a rifugio temporaneo per persone arrivate negli ultimi anni dal confine sud degli Stati Uniti. L’amministrazione comunale non rinnoverà il contratto di affitto con la struttura, motivando la scelta con il calo costante degli arrivi e con una riduzione generale del sistema di accoglienza straordinaria.

Il Row era stato trasformato in centro di accoglienza nell’autunno del 2022, quando la città stava fronteggiando un afflusso eccezionale di migranti, in gran parte trasportati in autobus da altri stati. Situato sulla Ottava Avenue, nel cuore del distretto teatrale, era diventato il più grande albergo riadattato a questa funzione, con 1.300 camere a disposizione e un costo di circa 190 dollari a notte pagato dal Comune. L’accordo, dal valore di 40 milioni di dollari, aveva permesso alla struttura di uscire da una lunga crisi economica iniziata durante la pandemia.

Negli anni, l’hotel è diventato un punto di riferimento visibile nella geografia della crisi migratoria a New York. Davanti al suo ingresso, tra la 44ª e la 45ª strada, si radunavano famiglie con bambini, soprattutto dall’Africa e dall’America Latina, in attesa di spostamenti o di procedure burocratiche. La presenza quotidiana di decine di persone in quell’area, attraversata da turisti e spettatori di Broadway, ha ovviamente innescato più volte un acceso dibattito sull’accoglienza.

Il sistema di rifugi temporanei negli hotel era nato come risposta rapida a un’emergenza che aveva messo in difficoltà la rete ordinaria di alloggi per senzatetto. La legge di New York, infatti, impone al Comune di garantire un riparo a chiunque ne faccia richiesta, un obbligo stabilito negli anni Ottanta da una causa collettiva e rimasto in vigore fino a oggi. Con l’aumento dei flussi migratori, questa norma ha reso necessaria l’apertura di strutture straordinarie, comprese grandi tende montate in zone periferiche come Randall’s Island e Floyd Bennett Field, poi smantellate nei mesi scorsi.

Oggi la città ospita ancora circa 35.400 migranti, per la maggior parte famiglie con minori, rispetto al picco di 69.000 di un anno fa. Molti si trovano in strutture più piccole, gestite direttamente dal Dipartimento dei Servizi per i Senzatetto, che accoglie complessivamente 92.000 persone. La chiusura del Row, ha detto il sindaco, rappresenta «un passaggio importante» verso il ridimensionamento della rete di accoglienza straordinaria, dopo tre anni in cui New York ha speso miliardi di dollari per garantire un tetto a decine di migliaia di nuovi arrivati.

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