New York chiuderà diversi rifugi per migranti entro giugno

Saranno 46 le strutture che andranno incontro alla chiusura, anche se alcune verranno semplicemente sostituite con spazi più vivibili

New York City ha annunciato la chiusura di 46 rifugi per migranti entro giugno 2025, eliminando un totale di 10.000 posti letto e chiudendo alcune delle strutture più grandi della città. Non è la prima ondata di chiusure decisa dalle autorità cittadine, che si trovano ora ad affrontare una diminuzione degli arrivi di migranti e un calo significativo nel numero di richiedenti asilo ospitati: dai 69.000 di gennaio 2024 si è passati agli attuali 51.000, numeri che non giustificano la spesa per tenere aperte così tante strutture. Le autorità cittadine stimano un risparmio nell’ordine dei miliardi di dollari, dopo che la gestione dell’immigrazione aveva messo fortemente sotto pressione le casse comunali.

Tra i rifugi chiusi c’è anche il vasto complesso di Hall Street a Brooklyn, finito al centro di una serie di polemiche dopo alcuni episodi di violenza, tra cui l’uccisione di due migranti venezuelani nei pressi della struttura. Residenti e consiglieri comunali hanno accolto con sollievo la notizia, anche se la maggior parte si dice preoccupata da un’eventuale redistribuzione dei migranti in città.

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Proprio per gestire la redistribuzione dei migranti è stata contestualmente annunciata l’apertura di una nuova struttura su Bruckner Boulevard, nel Bronx, destinata ad accogliere 2.200 uomini adulti. La consigliera del Bronx Diana Ayala ha dichiarato che la scelta del sito è stata presa per garantire una risposta immediata, ma ha espresso preoccupazione per la crescente concentrazione di rifugi nel distretto, chiedendo un maggiore supporto per evitare tensioni sociali. Sicuramente, come fa notare la portavoce del sindaco, Liz Garcia, il passaggio a strutture in muratura è decisamente un passo avanti rispetto all’utilizzo di spazi pubblici adibiti a tendopoli, come successo con i campi sportivi a Randall’s Island.

Non si placano però le polemiche relative alla cattiva gestione dell’integrazione: organizzazioni per i diritti dei migranti e dei senzatetto, come la Coalition for the Homeless, hanno chiesto l’introduzione di programmi di gestione e un miglior accesso al mercato del lavoro per i migranti, in modo da aiutarli a rendersi autosufficienti. La maggior parte di questi ultimi, infatti, trascorre troppo poco tempo nei rifugi per riuscire a stabilizzarsi in città, anche a causa dei limiti temporali di permanenza negli stessi introdotti dall’amministrazione Adams.

Parallelamente, il presidente Joe Biden ha esteso le protezioni contro la deportazione per centinaia di migliaia di immigrati, una misura sostenuta anche da New York. Il sindaco Adams ha ribadito il suo impegno a favorire l’autosufficienza dei migranti e a ridurre i costi per i contribuenti, pur riconoscendo le difficoltà legate a un sistema sovraccarico. Per facilitare la transizione, la nuova struttura del Bronx ospiterà organizzazioni locali che forniranno supporto e assistenza ai migranti.

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