A New York, nelle sere d’estate, capita di vedere le chiome degli alberi punteggiate da lampi intermittenti, piccoli segnali luminosi che sembrano battere un ritmo comune. Non è un’illusione ottica né un effetto decorativo: sono le lucciole, tornate a farsi notare in numero maggiore rispetto agli ultimi anni. Diversi esperti concordano che la primavera particolarmente mite e umida abbia creato le condizioni favorevoli allo sviluppo delle larve, che possono impiegare anche due anni per diventare adulte. Il risultato è un’estate più luminosa nei parchi e nelle aree verdi della città, dove questi insetti cercano di portare a termine il loro breve e complesso ciclo vitale.
Le lucciole non sono semplici curiosità naturalistiche: il loro comportamento ha interessato scienziati, poeti e osservatori di ogni genere sin dall’antichità. Il loro bagliore, prodotto da una reazione chimica chiamata bioluminescenza, è un linguaggio silenzioso e codificato. Ogni specie ha un proprio ritmo, una propria frequenza, che serve a segnalare la presenza di un maschio o di una femmina pronti all’accoppiamento. In ambienti rurali o scarsamente illuminati, questa comunicazione funziona in modo efficiente; nelle città, invece, l’inquinamento luminoso può compromettere la visibilità dei segnali, ostacolando la riproduzione. Lynn Faust, consulente e autrice di uno dei principali testi di riferimento sulle lucciole negli Stati Uniti, ha recentemente spiegato che in città le lucciole fanno letteralmente fatica a vedersi, trovarsi e accoppiarsi, contribuendo alla diminuzione della specie.
La presenza di questi insetti è anche un indicatore ambientale. Habitat come le praterie umide, i margini boschivi e le zone con poca cementificazione favoriscono la loro proliferazione. Luoghi come Central Park o Prospect Park, nonostante si trovino in una metropoli, riescono ancora a offrire ambienti adatti alla vita di molte specie di lucciole. La loro apparizione è concentrata nei mesi di giugno e luglio, soprattutto nelle ore serali, tra il tramonto e la mezzanotte. Chi vuole osservarle ha bisogno di pazienza, occhi abituati al buio e un po’ di fortuna, ma anche di un ambiente ancora compatibile con la vita di questi insetti.
Nel corso degli anni, la percezione delle lucciole è cambiata: da segno pittoresco delle notti estive a simbolo della fragilità degli ecosistemi. In alcune regioni del mondo, la loro scomparsa ha allarmato studiosi e ambientalisti, che la collegano alla perdita di habitat, all’uso massiccio di pesticidi e ai cambiamenti climatici. Negli Stati Uniti, gruppi come la Xerces Society lavorano per studiarle e proteggerle, raccogliendo dati e sensibilizzando il pubblico. Richard Joyce, uno dei conservazionisti coinvolti, ha definito la stagione in corso come particolarmente fortunata. Ma la fortuna, da sola, non basta: affinché il bagliore delle lucciole continui a illuminare le estati future, è necessario che i luoghi in cui vivono restino adatti ad accoglierle.