Condannato a 25 anni l’uomo che ha ucciso Ayden Wolfe, il bambino di dieci anni morto per le violenze subite a Harlem

Ryan Cato è stato riconosciuto colpevole di omicidio di secondo grado. Ayden era stato sottoposto a mesi di abusi durante il lockdown pandemico

Ryan Cato in tribunale | via New York Times
Ryan Cato in tribunale | via New York Times

Ayden Wolfe, un bambino di dieci anni, è morto a marzo 2021 dopo essere stato sottoposto per mesi a violenze continue nell’appartamento di Harlem dove viveva con la madre e il compagno di lei. Ryan Cato, 36 anni, è stato condannato venerdì a una pena compresa tra 25 anni di carcere e l’ergastolo per omicidio di secondo grado. Durante l’udienza di condanna, i procuratori della Manhattan District Attorney’s Office hanno raccontato in dettaglio i maltrattamenti inflitti al bambino: Ayden veniva frustato, colpito con pugni e oggetti, obbligato a reggere pesi sopra la testa. Le percosse furono talmente gravi da provocare il distacco degli organi interni.

Il giudice Curtis Farber, che ha presieduto il processo, si è rivolto a Cato con parole dure: «Non ci sono parole per descrivere adeguatamente il disgusto che provo, che tutti provano», ha detto. «Per ciò che hai fatto, non meriti alcuna pietà». Cato, che ha continuato a dichiararsi innocente, ha annunciato ricorso tramite la sua avvocata Jessica Horani, sostenendo che la condanna rappresenti «una totale aberrazione nella storia della sua vita».

Ayden era cresciuto in un contesto difficile. Durante il lockdown imposto dalla pandemia, sua madre, Aquisha Johnson, aveva iniziato una relazione con Cato, che si era trasferito nell’appartamento di famiglia. Le scuole erano chiuse, e il bambino seguiva le lezioni da casa. Secondo i procuratori, proprio in quel periodo erano cominciati i maltrattamenti: Cato avrebbe filmato le violenze con il cellulare e si sarebbe persino vantato con amici e conoscenti.

Il 5 marzo 2021 una chiamata al 911 aveva segnalato urla e rumori provenire dall’appartamento. Gli agenti intervenuti erano rimasti solo pochi minuti, andandosene dopo che nessuno aveva risposto alla porta. Il giorno successivo, Johnson aveva richiesto nuovamente l’intervento della polizia: Ayden era stato trovato nudo e incosciente sul pavimento, con lividi estesi, tagli e ferite da punta. Il bambino è morto in ospedale due ore più tardi. L’autopsia ha confermato la morte per “sindrome del bambino maltrattato”, rilevando costole rotte e organi interni lacerati.

Durante l’udienza, tra il pubblico si sono sentiti singhiozzi. La madre di Ayden, che si è dichiarata colpevole di omicidio colposo e omicidio colposo per negligenza criminale, ha testimoniato contro Cato e sarà condannata a giugno. In aula ha fatto brevemente ingresso, ma è uscita piangendo mentre il pubblico ministero ricostruiva la sequenza di violenze che aveva portato alla morte di suo figlio.

Commentando la sentenza, Alvin L. Bragg, procuratore distrettuale di Manhattan, ha detto: «Sebbene la condanna di oggi non possa riportare in vita questo bambino innocente, spero che offra ai suoi cari un senso di conforto e chiusura». Il padre di Ayden, Darnell Wolfe, in una dichiarazione letta in aula, ha ricordato il figlio come «tutto» per lui. «Ayden aveva un futuro», ha detto. «Un futuro che ora non ha più».

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