A Cooper Square, nel cuore di Manhattan, è comparso un torsolo di mela alto quanto un uomo, affiancato da un bicchiere di caffè fuori scala e una MetroCard malconcia. Non si tratta di rifiuti abbandonati, ma delle sculture monumentali che compongono il “Dirty Truth Street Exhibit”, l’installazione temporanea lanciata dalla Sanitation Foundation per sensibilizzare contro l’abbandono dei rifiuti. L’iniziativa è parte della nuova campagna pubblicitaria della città di New York: “Don’t do New York City dirty — trash your trash”, che potremmo tradurre con “Non sporcare New York — butta la spazzatura nel posto giusto”.
La campagna, voluta in collaborazione con l’agenzia creativa Team Epiphany e diretta da Nicolas Heller, meglio conosciuto come New York Nico, sarà diffusa tramite spot televisivi, cinema, camion della nettezza urbana e totem LinkNYC. È un’iniziativa di comunicazione, non di repressione: non introduce multe, né incentivi economici, ma punta a “creare una cultura della pulizia”, come ha spiegato Pam Harris, presidente della Sanitation Foundation, al New York Times. Harris è anche l’autrice dello storico slogan “Go, New York, Go” dei Knicks e oggi guida l’organizzazione non profit che lavora a stretto contatto con il Dipartimento della Sanità Urbana.
Secondo un sondaggio commissionato dalla stessa fondazione, l’83% dei newyorkesi considera il littering — l’abbandono di rifiuti — un problema. Tuttavia, il 38% ammette di averlo fatto almeno una volta. La fascia tra i 18 e i 34 anni è risultata la più incline a comportamenti ripetuti. “Non succederà oggi, né questo mese” ha detto Harris, riferendosi al cambiamento culturale auspicato. “Ma dobbiamo pur cominciare da qualche parte”.
Alla presentazione dell’installazione erano presenti anche alcuni rappresentanti del Comune, tra cui il commissario ad interim per la nettezza urbana Javier Lojan e i consiglieri municipali Shaun Abreu ed Erik Bottcher. Proprio Bottcher ha raccontato un episodio avvenuto pochi giorni fa: “Stavo tornando a casa dalla palestra quando un automobilista ha aperto lo sportello e ha gettato un bicchiere per terra. Gli ho detto soltanto: ‘Dai, amico’. Mi ha risposto insultandomi”. Episodi come questo, ha sottolineato il consigliere, rivelano una diffusa indifferenza per lo spazio pubblico.
Il Dipartimento ha intensificato i controlli negli ultimi due anni: le sanzioni per violazioni della pulizia sono aumentate del 60% dall’inizio dell’amministrazione Adams e vengono ora utilizzate telecamere per identificare i veicoli dai quali vengono gettati rifiuti. “Il problema non sono i sacchi neri sui marciapiedi o i ratti” ha detto Joshua Goodman, vice commissario. “È il cinismo che ci fa credere che non possiamo avere una città migliore”.
Per Harris, la campagna è “l’inizio di un cambiamento generazionale”. Tra i modelli studiati per costruire la strategia c’è anche il celebre “Don’t mess with Texas”, una campagna di successo degli anni Ottanta che, con il tempo, è diventata un simbolo di orgoglio locale più che un messaggio ambientale. L’obiettivo, anche per New York, è trasformare il rispetto per la città in una forma di identità condivisa.