A New York gli studenti leggono meglio

Dopo una riforma dei programmi scolastici, i punteggi dei test di lettura sono saliti come non accadeva da anni, ma le disuguaglianze restano ampie

Nelle scuole pubbliche di New York, i più recenti test di lettura hanno segnato un aumento che non si vedeva da anni: sette punti in più rispetto alla tornata precedente. Più della metà degli alunni dalla terza all’ottava classe — il sistema statunitense prevede un percorso elementare e medio unico, scandito dai “grade” — ha raggiunto il livello di competenza stabilito dallo Stato. Il dato, diffuso dall’amministrazione comunale, è stato presentato come prova della validità delle politiche educative introdotte negli ultimi anni, soprattutto in vista della ricandidatura a sindaco di Eric Adams.

La crescita è stata particolarmente evidente nei bambini di terza elementare, considerata dagli esperti una tappa cruciale: a quell’età, la lettura è ormai la base per ogni altra materia, e chi non la padroneggia rischia di rimanere indietro per tutto il percorso scolastico. Qui il salto è stato di quasi tredici punti percentuali in un solo anno, con il 58 per cento degli studenti in grado di leggere al livello atteso. È un progresso che, per dimensioni, ha pochi precedenti recenti nella città, ma che gli specialisti invitano a interpretare con cautela: riformare i metodi di insegnamento produce risultati stabili solo nel lungo periodo.

Dal 2023, le circa 700 scuole elementari pubbliche presenti a New York non possono più scegliere liberamente il proprio programma di lettura, ma devono adottarne uno tra tre approvati dal Dipartimento dell’Istruzione. La decisione segue un orientamento diffuso negli Stati Uniti negli ultimi anni, che punta su metodi basati sulla scienza cognitiva dell’apprendimento della lettura, con esercizi sistematici di fonetica e strategie per ampliare il vocabolario. Allo stesso tempo, si è chiesto di abbandonare pratiche considerate inefficaci per una parte consistente degli studenti, come l’uso delle immagini per “indovinare” le parole.

Nonostante i progressi, le disuguaglianze restano marcate. Nei test di lettura, il 73 per cento degli studenti bianchi e il 75 per cento di quelli asiatici hanno raggiunto il livello di competenza, mentre tra gli studenti ispanici la percentuale scende al 44 e tra quelli neri al 47. Ancora più basso il dato relativo agli studenti con disabilità, dove soltanto uno su quattro è riuscito a superare la soglia fissata. Sono divari che riflettono un problema strutturale dell’istruzione statunitense: l’accesso a risorse, supporto e opportunità non è distribuito in maniera uniforme, e le differenze sociali si traducono rapidamente in differenze nei risultati scolastici.

Il record di quest’anno, secondo l’amministrazione cittadina, rappresenta la percentuale più alta di studenti competenti in lettura dal 2012 – anche se i test sono stati modificati più volte nel frattempo e non sono direttamente confrontabili. Al di là del risultato immediato, le valutazioni nazionali a lungo termine mostrano che, negli ultimi dieci anni, la quota di studenti con gravi difficoltà di lettura a New York non è diminuita in modo significativo. Per gli esperti, questo significa che il recente balzo potrebbe essere l’inizio di un percorso positivo, ma non la conferma di un traguardo già consolidato.

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