Stefano D’Angelo: come Del Corona Scardigli porta l’Italia a New York

Del Corona & Scardigli (DCS) è uno dei principali spedizionieri di prodotti italiani negli Stati Uniti. L’azienda è nata nel 2001, ma le sue radici sono molto più antiche: Umberto Del Corona è stata fondata nel 1874 e Fratelli Scardigli nel 1946.

Negli ultimi anni, il mondo della logistica è stato un vero e proprio campo di battaglia: prima il caos delle supply chain con la pandemia, poi le tensioni geopolitiche e adesso l’incognita delle nuove politiche commerciali di Trump. Con il suo ritorno alla Casa Bianca, il rischio di nuovi dazi e barriere commerciali sta già creando scompiglio nel mercato globale.

Stefano D’Angelo, CEO di DCS, ci ha raccontato come la sua azienda ha affrontato queste sfide, come vede il futuro della logistica e che impatto avranno le nuove tecnologie, tra cui l’intelligenza artificiale, sul settore.

Com’è nata DCS e come è entrato nel business di famiglia?
L’idea era chiara: volevamo aiutare le aziende a crescere, permettendo loro di muoversi con sicurezza nei mercati internazionali.
Essere un’azienda familiare non significa solo avere un nome storico da proteggere. È qualcosa di più profondo: si tratta di portare avanti valori e tradizioni, mantenendo rapporti di fiducia che durano nel tempo. Questo ci ha sempre permesso di adattarci velocemente ai cambiamenti e di crescere costantemente. Sappiamo di avere una grande responsabilità verso i nostri dipendenti, molti dei quali lavorano con noi da anni e sono il vero cuore dell’azienda.

“Sono cresciuto dentro DCS, imparando direttamente da mio padre Fulvio e da Luigi Del Corona, due veri maestri del settore. Mi hanno trasmesso l’importanza della dedizione al lavoro, del servizio di qualità e della fiducia con i clienti.”

All’inizio non ero sicuro che questa sarebbe stata la mia strada, ma col tempo ho capito quanto DCS fosse parte di me e della mia famiglia. Ho deciso di mettermi in gioco per portare avanti quello che loro avevano costruito, ma con un occhio al futuro e alle nuove sfide del mercato.

Perché avete deciso di espandervi negli Stati Uniti?
Aprire negli Stati Uniti è stato un passaggio quasi naturale, ma anche un grande sogno. Se fai logistica internazionale, non puoi ignorare il mercato americano: è enorme, competitivo e pieno di opportunità per chi sa distinguersi.
Abbiamo avuto la fortuna di aiutare tante aziende italiane a entrare nel mercato americano, supportandole nella crescita e nell’espansione. Non siamo solo fornitori, ci consideriamo veri e propri partner strategici per i nostri clienti. Guardando a dove siamo oggi, sappiamo di aver fatto la scelta giusta.

“Il nostro sogno americano è stato proprio questo: crescere rimanendo fedeli alle nostre radici italiane, diventando un punto di riferimento per il commercio tra Italia e Stati Uniti.”

Che impatto ha avuto il COVID sul vostro business?
Il COVID ha sconvolto il settore della logistica, ma per noi ha significato un boom di lavoro. Tra il 2021 e il 2022, con la gente chiusa in casa e impossibilitata a viaggiare o andare al ristorante, la domanda di beni materiali è esplosa. Questo ha fatto impennare i volumi di spedizione e i costi della logistica, portando il nostro fatturato a un miliardo di dollari nel mondo.
Nel 2023, però, il mercato ha iniziato a normalizzarsi. Dopo il picco pandemico, i volumi sono tornati a livelli più sostenibili e i prezzi si sono leggermente abbassati. Per noi è stata una fase di assestamento: continuiamo a crescere, ma senza i ritmi frenetici di quei due anni. Dal punto di vista dell’economia generale, è un bene che i prezzi si siano stabilizzati, perché l’inflazione causata dall’impennata della logistica è stata pesante per tutti.

Trump ha annunciato nuovi dazi sulle importazioni. Che conseguenze avrà sul settore?
Non sono d’accordo con questa politica. I dazi rischiano di far scattare una reazione a catena: se gli USA mettono tariffe sulle importazioni europee, i Paesi colpiti faranno lo stesso con i prodotti americani. È una guerra commerciale che non porta benefici a nessuno. Inoltre, i dazi significano prezzi più alti per i consumatori. Prendiamo un esempio semplice: l’olio d’oliva. Gli USA non lo producono in quantità sufficienti, quindi lo importano. Se ci metti sopra un dazio del 10%, il prezzo in negozio aumenta del 10%. Chi ci perde? Il consumatore americano. E lo stesso vale per tantissimi altri prodotti.
Per noi, questo potrebbe avere un impatto diretto: se i clienti trovano più difficile vendere i loro prodotti in America, potrebbero spostarsi su altri mercati, riducendo i volumi di importazione. Dovremo essere pronti a reagire e adattarci a questo scenario.

L’intelligenza artificiale sta cambiando il mondo della logistica. Cosa si aspetta per il futuro?
L’IA sta rivoluzionando il settore e il cambiamento sarà enorme. Da un lato, migliorerà l’efficienza e ridurrà gli errori nei processi amministrativi. Dall’altro, molte posizioni di lavoro più operative potrebbero scomparire.
Il cliente vuole parlare con una persona, non con un bot. E la fiducia che si costruisce con un buon servizio non può essere automatizzata.
Nei prossimi dieci anni, vedremo una logistica sempre più tecnologica, ma chi saprà bilanciare innovazione e relazione con i clienti sarà quello che avrà successo.

“Tuttavia, c’è un aspetto che la tecnologia non potrà mai sostituire: il rapporto umano.”

DCS oggi è una realtà in crescita nel mercato americano…
Negli ultimi 13 anni, Del Corona & Scardigli ha contribuito all’espansione di importanti marchi italiani negli Stati Uniti, consolidando la sua posizione nel settore della logistica internazionale.
Dal 2011, la filiale americana dell’azienda è cresciuta esponenzialmente, passando da un fatturato di 10 milioni di dollari a oltre 220 milioni nel 2024 con 120 dipendenti, 7 uffici e 4 magazzini per la distribuzione.
Nonostante le incertezze legate alle nuove politiche economiche e alle sfide del commercio globale, DCS continua a investire nel futuro, rafforzando il proprio ruolo di punto di riferimento per le esportazioni italiane verso gli Stati Uniti.
L’obiettivo è rimanere un pilastro del commercio transatlantico, affrontando con determinazione i cambiamenti del mercato e le opportunità della digitalizzazione.

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Martina Di Licosa

Cresciuta a Roma, vive a New York da 5 anni. Si è laureata in produzione di cinema e televisione alla NYU, ed ha lavorato in grandi organizzazioni mediatiche tra cui NBC, CBS, FOX e Disney. Al momento, sta conseguendo un Master in Giornalismo, Business e Economia alla Columbia University.

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