Navigare il Mercato Statunitense: Sfide e Opportunità per le Startup Italiane con ATLAS – Intervista al Presidente Tommaso D’Onofrio

Ogni giorno siamo al fianco delle più interessanti imprese innovative italiane, rilevando una costante esigenza in termini di educazione e accompagnamento verso l’internazionalizzazione, con l’obiettivo di far diventare Atlas un luogo di rappresentanza collettiva, di mentorship e di crescita per tutte le start up dell’ecosistema.

Tommaso D’Onofrio, è stato Managing Director di Assiteca Crowd, una delle prime piattaforme autorizzate da Consob sull’Equity Crowdfunding, poi rappresentante italiano presso la Commissione Europea all’interno del tavolo tecnico specifico Ecsf (European Crowdfunding Stakeholder Forum), attualmente è delegato al coordinamento del tavolo tecnico di Confindustria Servizi Innovativi e tecnologici in materia di startup e attuale Presidente dell’Associazione Atlas.

In un’epoca di crescente globalizzazione, le startup italiane stanno cercando di espandere le proprie operazioni oltre i confini nazionali. Con la missione di supportare queste aziende nell’affrontare le sfide dell’internazionalizzazione, ATLAS, Associazione di Categoria aderente a Confindustria Servizi innovativi e Tecnologici, si propone come un alleato strategico. In questa intervista, il presidente Tommaso D’Onofrio condivide la sua visione e le strategie per aiutare le startup italiane a prosperare nel mercato statunitense.

Partiamo dall’inizio. In un contesto globale sempre più competitivo e in rapida evoluzione, quali sono le principali sfide che le startup italiane affrontano quando si preparano ad entrare nel mercato statunitense, e come ATLAS si propone di affrontarle?

Le startup italiane si trovano ad affrontare un insieme unico di sfide quando cercano di entrare nel mercato statunitense. Prima di tutto, ci sono le barriere culturali e normative che possono sembrare opprimenti. Ogni mercato ha le sue peculiarità, e per un’azienda italiana è fondamentale comprendere le dinamiche locali. ATLAS si propone di fungere da ponte, non solo offrendo supporto pratico per navigare le complessità burocratiche, ma anche per aiutare a comprendere le aspettative e le preferenze dei consumatori americani. Qui, la nostra rete di contatti gioca un ruolo cruciale: ATLAS offre accesso a investitori, mentor e professionisti che possono fornire feedback preziosi e aiutare a perfezionare l’offerta. Infine, c’è la questione del mindset imprenditoriale. Le startup devono essere pronte ad apprendere da ogni errore. Con il giusto supporto e una mentalità resiliente, sono convinto che le startup italiane possano non solo entrare nel mercato, ma prosperare in esso.

Esiste però il rischio che alcune startup possano usare ATLAS come una piattaforma di “lancio e fuga”. In che modo viene garantito che esse stiano creando una presenza a lungo termine, e non stiano solo cercando di approcciare un nuovo mercato?

ATLAS si impegna a guidare le startup italiane in un percorso di internazionalizzazione che va oltre l’ingresso nel mercato statunitense. La nostra strategia si basa su un accompagnamento strutturato, che affronta le sfide normative e culturali, come quelle legate alla Food and Drug Administration per le startup del settore alimentare. Offriamo supporto pratico e formativo, aiutando le aziende a superare ostacoli e a generare opportunità di business.

Inoltre, ATLAS promuove connessioni con partner finanziari e commerciali, garantendo che le startup abbiano accesso alle risorse necessarie per crescere. La nostra rete consolidata, in particolare a New York, consente di creare relazioni strategiche che sono fondamentali per la sostenibilità a lungo termine. L’obiettivo finale è quello di garantire che ogni startup non solo entri nel mercato, ma diventi un attore rilevante e durevole, capace di adattarsi e prosperare nel contesto competitivo americano. La garanzia in questo campo è difficile da fornire, ma noi di ATLAS ci impegniamo a guidare le startup in un percorso di internazionalizzazione che è intrinsecamente complesso. Questo percorso non inizia solo con l’ingresso nel mercato, ma richiede il superamento di numerosi ostacoli, a volte regolatori. La nostra missione è supportare le startup nella creazione di opportunità e fornire loro un accesso strategico a partner finanziari e territoriali. Grazie a una rete ben strutturata, soprattutto nella città di New York, siamo in grado di assistere le startup in questo articolato processo di crescita.

Parlando degli Stati Uniti, vi preoccupa la possibile “americanizzazione” delle startup, che potrebbe compromettere la loro identità culturale o imprenditoriale unica durante il processo di internazionalizzazione?

Non ci preoccupa se attuiamo un approccio basato su un processo di “blending culturale”. È fondamentale preservare la tradizione, l’italianità e l’unicità di ciascun progetto, mentre si affrontano le esigenze del mercato americano. Questa strategia implica un dialogo costante tra i fondatori delle startup e i nostri esperti, per garantire che le innovazioni e le pratiche commerciali rimangano autentiche.

Lavoriamo per aiutare le startup a integrare elementi della cultura americana che possono aumentare le loro possibilità di successo, senza sacrificare ciò che le rende uniche. In questo modo, ogni azienda può sfruttare le opportunità offerte dal mercato statunitense, mantenendo al contempo la propria identità. È un equilibrio complesso, ma essenziale per navigare con successo il panorama imprenditoriale globale.

ATLAS ha un processo specifico per supportare le startup che trovano difficoltà ad adattarsi al mercato statunitense? Se sì, quali strategie di uscita o opzioni di pivot consigliate per queste aziende?

Voglio innanzitutto chiarire che il fallimento non è visto come un’opzione negativa, ma come un’opportunità di apprendimento. Le esperienze di insuccesso possono fornire feedback fondamentali per il futuro. Ad esempio, se analizziamo i tassi di mortalità delle imprese a Boston rispetto a Napoli, noteremmo che a Boston la mortalità è più alta. Tuttavia, si tratta di un fenomeno apparente: le imprese si riconvertono costantemente per adattarsi alle esigenze del mercato. È questa cultura della resilienza e dell’adattamento che dobbiamo infondere nelle nostre aziende

ATLAS ha sviluppato un approccio strategico per supportare le startup che incontrano difficoltà nel loro percorso di adattamento al mercato statunitense. Riconosciamo che non tutte le aziende sono pronte per una crescita rapida e che, in alcuni casi, è fondamentale rivedere e ricalibrare le proprie strategie.

Offriamo supporto per valutare le sfide specifiche che la startup sta affrontando, facilitando una riflessione critica su modelli di business, strategie di marketing e posizionamento nel mercato. Il nostro obiettivo è sempre quello di trasformare le difficoltà, creando un ambiente in cui le startup possano recuperare, riconfigurarsi e, in definitiva, prosperare, anche se il percorso non è lineare.

Considerando l’instabilità nel mondo delle startup, come misura ATLAS il ritorno sugli investimenti per le imprese che supporta? Ci sono KPI specifici che determinano il successo o il fallimento?

Certamente. Il primo e più significativo indicatore di successo per una startup è senza dubbio il team. Questo deve essere composto da membri altamente motivati, capaci di affrontare le sfide e le incertezze del mercato. Molti aspiranti imprenditori, purtroppo, non comprendono appieno l’impegno e la dedizione richiesti; avviare una startup non è un’attività da svolgere nel tempo libero, ma una vera e propria vocazione che richiede lavoro incessante e passione.

In aggiunta, la protezione della proprietà intellettuale gioca un ruolo cruciale. Quando un’idea è valida, è inevitabile che ci siano tentativi di copiarla. Per questo motivo, è fondamentale fornire alle startup le strategie necessarie per tutelare le loro innovazioni. Ciò include non solo l’uso di brevetti e design, ma anche una gestione oculata dell’innovazione stessa, che consenta di anticipare i movimenti del mercato e rispondere rapidamente alle esigenze dei consumatori.

Investire in una preparazione robusta in questi ambiti non solo difende l’idea originale, ma offre anche un vantaggio competitivo significativo, consentendo alle startup di affermarsi con successo in un panorama imprenditoriale sempre più complesso e sfidante. Così, non solo proteggiamo il potenziale delle idee italiane, ma promuoviamo anche un ecosistema di innovazione che può crescere e prosperare a lungo termine.

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Elide Vincenti

Laureata con lode in Letteratura Comparata e Arti dello Spettacolo presso la Sapienza di Roma, ha lavorato come Project Manager presso Italy-America Chamber of Commerce Southeast di Miami. Vive a New York, dove frequenta il corso di Master in Critical Journalism e Creative Publishing presso l’Università di New York, Parsons - The New School.

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